Italia e Estero

Milano ricorda generale Dalla Chiesa a 43 anni dalla morte

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MILANO, 03 SET - Anche Milano ha ricordato il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia 43 anni fa insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all'agente della scorta Domenico Russo. In piazza Diaz, come ogni anno, si è tenuta la cerimonia di deposizione delle corone a cui hanno preso parte, tra gli altri, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sindaco Giuseppe Sala, il prefetto Claudio Sgaraglia, il questore Bruno Megale e la famiglia del generale, i figli Nando e Rita Dalla Chiesa. "È giustissimo essere qua - ha commentato il sindaco Giuseppe Sala -. La famiglia Dalla Chiesa ha dato e continua a dare il suo contributo a Milano". "I sentimenti non è che se ne vanno o che finiscono, ci sono sempre. Per voi era il generale Dalla Chiesa per me era mio padre, la differenza è tutta qua - ha detto ai cronisti Rita Dalla Chiesa al termine della cerimonia -. Mi sento grata a Milano, perché ha una memoria molto forte su mio padre. Noi ci sentiamo profondamente legati a questa città, ci abbiamo vissuto, mio padre ci ha combattuto, ha liberato Milano dalle Br e dal terrorismo. Milano fa parte del nostro dna e quindi quando dobbiamo commemorare papà, oggi lo stanno facendo in tutta Italia, abbiamo preferito rimanere qui". "Il generale Dalla Chiesa è stato un punto di riferimento nella storia dell'Arma ma soprattutto è stato il padre di un nuovo metodo investigativo - ha ricordato il generale di corpo d'armata Riccardo Galletta, comandante interregionale carabinieri 'Pastrengo' -. Oggi si danno per scontate alcune procedure nelle investigazioni specie contro la criminalità organizzata che allora non lo erano, lui ha introdotto il concetto della ricerca informativa accurata e penetrante, della condivisione delle informazioni, delle investigazioni condotte da gruppi interforze e soprattutto ha avuto l'intuizione ripresa da molti altri a partire da Falcone e Borsellino del principio del follow the money, cioè vedere dove finiscono i soldi e da lì risalire alla struttura della consorteria criminale".

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