Italia e Estero

Messico, proteste e incendi a 11 anni da caso Ayotzinapa

epa12409029 People take part in a protest on the anniversary of the disappearance of 43 Ayotzinapa students, in Mexico City, Mexico, 26 September 2025. Eleven years after the 43 students from the Ayotzinapa Rural Teachers' College in the state of Guerrero were forcibly disappeared by members of the Mexican Army, thousands of people, including the parents of the students, took to the streets of the nation's capital to demand justice in one of the most well-known human rights violations cases in Mexico. EPA/Sashenka Gutierrez
epa12409029 People take part in a protest on the anniversary of the disappearance of 43 Ayotzinapa students, in Mexico City, Mexico, 26 September 2025. Eleven years after the 43 students from the Ayotzinapa Rural Teachers' College in the state of Guerrero were forcibly disappeared by members of the Mexican Army, thousands of people, including the parents of the students, took to the streets of the nation's capital to demand justice in one of the most well-known human rights violations cases in Mexico. EPA/Sashenka Gutierrez
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CITTÀ DEL MESSICO, 28 SET - Membri della Federazione degli studenti contadini e socialisti del Messico (Fecsm) hanno lanciato bombe molotov e incendiato tre camionette davanti al Palazzo di Giustizia di Iguala, nello Stato messicano di Guerrero, nel corso delle manifestazioni per l'11/o anniversario della scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa. Secondo i media locali, ieri sera decine di manifestanti sono scesi da 13 autobus e hanno tentato di abbattere la recinzione dell'edificio, accusato di aver occultato alcuni video chiave sulla notte del 26-27 settembre 2014, quando avvenne la sparizione dei 43 studenti. I giovani hanno usato i veicoli sequestrati per sfondare due cancelli e dato fuoco ai mezzi senza la presenza della polizia. In parallelo, i familiari delle vittime hanno organizzato un incontro per chiedere "giustizia e verità". Il portavoce Melitón Ortega ha denunciato "11 anni di impunità" e chiesto alla presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, di ascoltare le famiglie, definendo le proteste "frutto dell'esasperazione e non della provocazione".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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