Italia e Estero

Mercenari filorussi, il bresciano «Spartaco» resta indagato

Massimiliano Cavalleri, noto come «Spartaco», combattente nel Donbass resta indagato. Chiesto il rinvio a giudizio per altri tre
Massimiliano Cavalleri, detto Spartaco - Foto tratta da Facebook © www.giornaledibrescia.it
Massimiliano Cavalleri, detto Spartaco - Foto tratta da Facebook © www.giornaledibrescia.it
AA

Il pm Federico Manotti ha chiesto il rinvio a giudizio per tre delle sei persone arrestate la scorsa estate nell'ambito dell'inchiesta su un giro di mercenari italiani arruolati per combattere tra le fila dei filorussi. In particolare, il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Cataldo, Olsi Krutani e Vladimir Verbitchii, finiti in carcere. 

Sono state stralciate, e sono ancora in fase di indagine, le posizioni di Andrea Palmeri, «mente del gruppo e ultrà di Lucca di estrema destra, Gabriele Carugati, detto «Arcangelo», ex addetto alla sicurezza di un centro commerciale in Lombardia, figlio di Silvana Marin, ex dirigente della Lega a Cairate (Varese) e Massimiliano Cavalleri, detto «Spartaco», neofascista nato a Brescia.

Il gruppo è accusato, a vario titolo, di arruolamento o armamenti non autorizzati al servizio d'uno stato estero. In pratica, il gruppo veniva pagato per combattere con i ribelli
filorussi del Donbass contro il governo. Gli accertamenti delegati ai carabinieri del Ros erano partiti dalle perquisizioni di due giovani dai variegati percorsi, tra Forza Nuova, CasaPound e gruppi skinhead autori di scritte inneggianti al nazismo nello Spezzino.

Attraverso i loro contatti e le progressive ramificazioni, i militari si sono imbattuti in una serie di movimenti neofascisti circoscrivendo i presunti mercenari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia