Libera, '2% fondo giustizia a sostegno dei beni confiscati'

ROMA, 14 NOV - Cambiare volto ai beni confiscati alla criminalità organizzata, farli crescere e trasformarli in spazi di comunità, lavoro e futuro, destinando a questo scopo il 2% del fondo unico di giustizia. E' quanto chiede una petizione promossa da Libera e per cui è partita una mobilitazione. Per aderire basterà firmare una cartolina destinata al governo, sul sito di Libera o che sarà possibile trovare nelle iniziative in piazza che saranno promosse in tutta Italia.Primi firmatari don Luigi Ciotti e Francesca Rispoli, presidenti nazionali di Libera, Gian Carlo Caselli e Nando Dalla Chiesa presidenti onorari dell'associazione e familiari di vittime innocenti delle mafie: In occasione del lancio della raccolta firme Libera ha elaborato i dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (al 10 novembre 2025): sono 21.664 i beni immobili (particelle catastali) confiscati e destinati ai sensi del Codice antimafia. La prima regione è la Sicilia con ben 8.141 beni confiscati e destinati, seguita da Campania con 3.584, Calabria 3.373. Quarta la Lombardia, prima regione del Nord con 1.893 beni confiscati e destinati. Sono invece in totale 21.626 gli immobili ancora in gestione e in attesa di essere destinati. Anche qui la prima regione è la Sicilia con 8.429 beni ancora in attesa di essere destinati, segue la Campania con 2.886 e il Lazio con 2.874. La Lombardia è la prima regione del Nord con 1.324 beni ancora in attesa di essere destinati. Libera ha presentato anche la fotografia delle esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati: sono 1132 i soggetti diversi impegnati nella gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata, ottenuti in concessione dagli Enti locali, in ben 18 regioni, in 398 comuni. Un Paese con 1132 soggetti della società civile organizzata che gestiscono beni confiscati, più di 600 associazioni di diversa tipologia, oltre 30 scuole di ogni ordine e grado che usano gli spazi confiscati come strumento didattico e che incidono nel tessuto territoriale e costruiscono economia positiva. La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 297 soggetti gestori, segue la Campania 186, la Lombardia con 159 e la Calabria con 147.
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