Le indagini sull'omicidio di Luca Sacchi

Dopo i fermi di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino per l'omicidio di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa mercoledì sera all'Appio, a Roma, i contorni della vicenda rimangono ancora da chiarire.
Il lavoro degli investigatori andrà avanti per far luce sui momenti precedenti alla rapina finita nel sangue. Sotto la lente, in particolare, un presunto giro di droga che ruoterebbe attorno al delitto. Da stabilire chi contattò quella sera i pusher di San Basilio, partiti dall'altra parte della città per consegnare marijuana a un gruppo di amici di Luca e della sua fidanzata Anastasia. E proprio Anastasia sembrerebbe essere una delle figure chiave di quella notte. È lei che portava a spalla lo zainetto rosa che, a quanto ricostruito dagli investigatori, conteneva oltre duemila euro. Testimone oculare del delitto, proprio per quello zainetto, è finita nel mirino dei rapinatori che l'hanno colpita alla testa con una mazza da baseball.

La ragazza sarà probabilmente riascoltata dagli investigatori nelle prossime ore. Tra i punti da chiarire come mai avesse tanti soldi nello zainetto? Erano i suoi? Venticinquenne di origini ucraine, lavora come babysitter dei figli dei proprietari di una famosa pizzeria dell'Alberone e da circa tre anni era fidanzata con Luca Sacchi.
«Gentile e solare» la descrivono nel quartiere dove abita con la famiglia. «La incontro spesso quando porta a spasso i cani - ha raccontato un commerciante - quando ieri ho sentito che dietro l'omicidio potrebbe esserci un giro di droga sono cascato dalle nuvole». E anche la ragazza ieri ha preso le distanze. «La droga? Non c'entra niente. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub», ha detto ai microfoni del Tg1. «Luca non ha mai incontrato gli spacciatori - ha aggiunto -. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto "dammi sto zaino". E Luca mi ha protetto come ha sempre fatto: l'ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati».

Dal decreto di fermo disposto dalla Procura, emerge che nella zona del pub, davanti al quale è avvenuto l'omicidio, erano presenti anche altri pusher, forse mediatori di Del Grosso. In particolare i magistrati citano le «sommarie informazioni rese da un uomo che ha descritto, per avere direttamente vissuto le fasi precedenti il delitto, narrando che lui stesso era stato incaricato da Del Grosso di verificare se persone in zona Tuscolana avessero il denaro per acquistare «la merce», come convenuto.

Il teste afferma di essersi recato con altre due persone «in via Latina intorno alle 21:30 del 23 ottobre incontrandone una terza, già a lui noto, al quale si presentava come inviato di Valerio». Sempre secondo il giovane «una donna in quel contesto aveva lasciato uno zaino che lui stesso aveva constatato contenere soldi divisi in due mazzetti da 20 e da 50 euro. Accertata la presenza del danaro la ragazza aveva ripreso lo zaino mentre arrivava subito dopo Del Grosso». Il testimone ha detto di essere «entrato poi nel pub e di aver sentito subito dopo urla di una donna e un colpo».
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