Italia e Estero

Le boe bresciane che guidano le navi nel nuovo canale di Suez

C’è anche lo zampino dei bresciani della Resinex nel nuovo canale di Suez, inaugurato nei giorni scorsi in Egitto
CANALE DI SUEZ, BOE BRESCIANE
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C’è anche lo «zampino» dei bresciani nel nuovo canale di Suez, inaugurato nei giorni scorsi in Egitto. A distanza di 146 anni dalla sua realizzazione lo stretto è raddoppiato (oggi è lungo 72 chilometri), tanto da puntare a duplicare i passaggi (da 50 a 100 cargo al giorno). E se le navi che attraversano il nuovo canale non finiranno incagliate nei fondali sarà (anche) merito di un’impresa bresciana.

Resinex, azienda leader nella produzione mondiale di sistemi galleggianti, si è infatti aggiudicata una maxi commessa per realizzare 110 «mede elastiche». Si tratta di un complesso sistema di galleggianti «incaricati» di segnalare il corretto percorso alle navi cargo. Non si parla, naturalmente, di semplici boe: le mede realizzate a Torbiato di Adro (sede del principale stabilimento della Resinex) sono sistemi sofisticati dotati di illuminazione diurna e notturna, oltre che di un radar (indispensabile in caso di nebbia). 

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«Lo scorso febbraio abbiamo sbaragliato la concorrenza vincendo una gara internazionale - spiega Maurizio Prestini, amministratore delegato di Resinex - Suez Canal Authority ci ha incaricato di progettare e realizzare il centinaio di boe luminose usate per segnalare il percorso alle navi cargo. Un attestato di stima per la nostra impresa che ha brevettato questa specifica tipologia di boa già negli anni ’70: i nostri galleggianti sono considerati più sicuri delle soluzioni tradizionali poiché garantiscono sempre la stabilità del punto di segnalazione». 

Di colore verde e rosso, i galleggianti made in Brescia pesano due tonnellate ciascuno: per trasportarli a Suez ci sono voluti quaranta container e due settimane di navigazione. 

Ottanta i giorni di lavoro per completare la commessa: le boe sono state trasferite in Egitto scomposte, per poi essere assemblate sul posto sotto la direzione dei tecnici della Resinex. 

«Possiamo dire che, nel nuovo canale di Suez, ogni chilometro si trova una nostra boa - spiega Sergio Corrias, l’ingegnere alla guida del progetto bresciano - Il sistema di segnalazione messo a punto a Torbiato fa del vecchio passaggio dal Mar Rosso al Mar Mediterraneo una vera autostrada d’acqua a due corsie». 

Per Resinex (35 dipendenti, fatturato di oltre 5 milioni di euro, decine di commesse internazionali) quella del canale di Suez non è la prima «partita» prestigiosa. Nel 2010 spedì negli Stati Uniti chilometri di barriere galleggianti anti-inquinamento per arginare la marea nera causata dal disastro Bp nel Golfo del Messico. E, ancora prima, negli anni ’80, fornì già centinaia di boe per il vecchio canale di Suez.

 

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