Italia e Estero

La salma di Vittorio Emanuele III in Italia tra le polemiche

La Comunità Ebraica: «Profonda inquietudine, fu complice del regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa»
La bara con la salma di Vittorio Emanuele III © www.giornaledibrescia.it
La bara con la salma di Vittorio Emanuele III © www.giornaledibrescia.it
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«In un'epoca segnata dal progressivo smarrimento di Memoria e valori fondamentali il rientro della salma del re Vittorio Emanuele III in Italia non può che generare profonda inquietudine, anche perché giunge alla vigilia di un anno segnato da molti anniversari, tra cui gli 80 anni dalla firma delle Leggi Razziste». Lo sottolinea la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, ricordando che «Vittorio Emanuele III fu complice di quel regime fascista di cui non ostacolò mai l'ascesa».

L'aereo militare partito questa notte da Alessandria d'Egitto con le spoglie di Vittorio Emanuele III, è atterrato all'aeroporto di Cuneo-Levaldigi. La bara è stata poi traslata al Santuario di Vicoforte dove, avvolta dalla bandiera dei Savoia, è stata benedetta sul sagrato della basilica dal rettore don Meo Bussone.

Dopo l'arrivo, ieri, della salma della regina da Montpellier, le spoglie del sovrano hanno lasciato nella notte Alessandria d'Egitto. Da un aeroporto del Paese giungeranno in mattinata in Italia, probabilmente in uno scalo del Piemonte, per poi trovare posto in un loculo ricavato all'interno della cappella di San Bernardo, dove nei giorni scorsi sono giunte quelle della consorte.

Del rientro delle salme del re e della regina si è iniziato a parlare nel 2011, anno a cui risale la richiesta dei famigliari di Casa Savoia. Istanza poi reiterata nel 2013 con la dichiarata disponibilità del vescovo di Mondovì, monsignor Luciano Pacomio.

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