Italia e Estero

La Lombardia «scarica» il filo-russo Savoini

Il Consiglio regionale ha approvato una mozione che invita il fedelissimo di Matteo Salvini a dimettersi da vicepresidente del Corecom
Palazzo Pirelli, sede del Consiglio Regionale della Lombardia - © www.giornaledibrescia.it
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La guerra in Ucraina, e in particolare gli schieramenti rispetto all’invasione russa, rafforzano le crepe negli schieramenti politici. Ultimo «casus belli» diventa la «cacciata» di Gianluca Savoini, fedelissimo di Matteo Salvini ed ex suo portavoce «marchiato» di essere troppo filorusso, anzi un «incondizionato ammiratore» di un regime «nemico della libertà di stampa e della verità». Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato - con voto segreto e sovvertendo i numeri della maggioranza - una mozione che invita Savoini a dimettersi da vicepresidente del Corecom della Lombardia, cioè l’autorità di garanzia della libertà di stampa.

E subito la Lega insorge. «C’è qualcosa che non funziona per quanto riguarda la maggioranza», denuncia il capogruppo lombardo della Lega in Consiglio regionale, Roberto Anelli, segno che «qualcuno ha votato a favore di premesse che per noi erano inaccettabili». Approfitta per infierire il Partito Democratico, che ironizza sul «sussulto di dignità» di chi ha votato a favore, dando «uno schiaffo a Salvini da parte dell’assemblea della sua stessa Regione», sentenzia il capogruppo del Pd al Consiglio lombardo, Fabio Pizzul. Il documento è stato presentato dal consigliere di +Europa/Radicali, Michele Usuelli e ha avuto 34 sì e 32 no. A Savoini, che secondo i magistrati sarebbe coinvolto nella vicenda sui presunti fondi russi al Carroccio nata dal caso dell’hotel Metropol, si contestano «gli stretti legami con esponenti di primo piano del regime putiniano, mai messi in discussione, né rinnegati».

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