Italia e Estero

La guerra in Ucraina si sposta sempre più verso ovest

Le bombe russe si avvicinano pericolosamente alla frontiera con l'Unione Europea e questo accresce ulteriormente la tensione
Profughi ucraini verso il confine polacco - Foto Ansa  © www.giornaledibrescia.it
Profughi ucraini verso il confine polacco - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La guerra in Ucraina si sposta sempre più verso ovest. L'ennesima giornata di devastazioni si è aperta infatti con i missili sparati sull'aeroporto militare di Lutsk. Un attacco pesante non soltanto nelle dimensioni, ma soprattutto per la vicinanza della cittadina con il confine polacco, che dista una novantina di chilometri. Le bombe russe si avvicinano quindi pericolosamente alla frontiera con l'Unione Europea e questo accresce ulteriormente la tensione, anche perché la giornata è trascorsa senza spiragli dal punto di vista diplomatico.

I negoziati

Mentre Mosca ha sottolineato i progressi nel negoziato ma senza dati concreti, il ministro degli Esteri di Kiev, Kuleba, ha invece sottolineato che di passi avanti non ne è stato compiuto nessuno. Lo si era peraltro capito già ieri ad Antalya al vertice con l'omologo russo Lavrov, conclusosi ancora una volta - dopo gli incontri fra le rispettive delegazioni in Bielorussia - con un nulla di fatto. Non sembrano esserci, in questo momento, molte carte da giocare. Putin vuole probabilmente arrivare ad una trattativa da una posizione di forza ed in questo momento gli obiettivi strategici non sono ancora stati raggiunti.

La manovra a tenaglia

Le truppe del Cremlino si starebbero riorganizzando per puntare con decisione sulla Capitale, ma rimangono ancora ad una quindicina di chilometri dai palazzi governativi. A Kharkiv, la seconda città del Paese, il centro è tuttora sotto controllo ucraino, anche se si combatte nelle vicinanze. Mariupol è sempre più stretta nell'assedio ma i ponti per entrare ed occuparla sarebbero stati distrutti e quindi l'assalto finale deve essere rimandato. Odessa vive tuttora una situazione di stallo mentre gli attacchi su Dnipro sono iniziati appena da qualche giorno.

L'esercito russo, insomma, continua con la sua manovra a tenaglia, ma per ora le truppe di Kiev stanno resistendo ed in una situazione ancora provvisoria, sotto l'aspetto militare, è difficile trovare un accordo o firmare una tregua.

Il fronte nucleare

Intanto continuano ad arrivare notizie poco rassicuranti sul fronte nucleare, con le centrali che rimangono scarsamente monitorate, mentre voci sempre più insistenti parlano di migliaia di combattenti siriani in arrivo in Ucraina per combattere con Mosca. Secondo Kiev, una parte di questi sarebbero detenuti incarcerati e liberati per essere mandati al fronte ma ovviamente è difficile verificarne la fondatezza. Non è escluso inoltre un prossimo coinvolgimento della Bielorussia: secondo Kiev sarebbe imminente un attacco dell'esercito di Lukashenko ma Minsk si è affrettata a smentire ogni possibile partecipazione diretta.

Stoltenberg, il segretario generale della Nato, ha infine risposto lapidario a chi gli chiedeva se l'Alleanza avesse responsabilità specifiche per quanto riguarda l'allargamento verso est, che avrebbe spinto Mosca ad invadere l'Ucraina: «Assolutamente no». Chissà, forse Putin avrebbe scatenato l'offensiva ugualmente, ma probabilmente su questo tema serviva maggiore prudenza. Ricomporre i cocci, oggi, è ancora più complesso.

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