Italia e Estero

Ipotesi sottosegretario Svp, sarebbe la fine di un tabù

Il tavolo rotondo della sala in cui si tiene il Consiglio dei ministri, Roma, 30 gennaio 2025. A partire dal marzo 1961, anno in cui Palazzo Chigi diventa sede della Presidenza del Consiglio, la Sala del Consiglio dei ministri ospita le riunioni dell’esecutivo. La sala ha il soffitto decorato con travi di legno, al di sotto del quale si dispiega un fregio decorato nel 1665 dal pittore austriaco Giovanni Paolo Schor. Il fregio è realizzato con una finta architettura ad archi che inquadra una serie di figure mitologiche a mezzobusto sullo sfondo di paesaggi boscosi. Spiccano sulle pareti due grandi arazzi, realizzati dal fiammingo Jan Leyniers e acquistati dai Chigi nel 1668, raffiguranti le storie della vita di Alessandro Magno. Nella Sala è collocato un caminetto di fine 1700 di marmo bianco finemente intagliato e con tre medaglioni di alabastro e figure di bronzo dorato; completano l'arredamento gli scranni in legno di un antico coro di gusto cinquecentesco. (simbolica, generica, vuoto, cdm) ANSA / FILIPPO ATTILI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
Il tavolo rotondo della sala in cui si tiene il Consiglio dei ministri, Roma, 30 gennaio 2025. A partire dal marzo 1961, anno in cui Palazzo Chigi diventa sede della Presidenza del Consiglio, la Sala del Consiglio dei ministri ospita le riunioni dell’esecutivo. La sala ha il soffitto decorato con travi di legno, al di sotto del quale si dispiega un fregio decorato nel 1665 dal pittore austriaco Giovanni Paolo Schor. Il fregio è realizzato con una finta architettura ad archi che inquadra una serie di figure mitologiche a mezzobusto sullo sfondo di paesaggi boscosi. Spiccano sulle pareti due grandi arazzi, realizzati dal fiammingo Jan Leyniers e acquistati dai Chigi nel 1668, raffiguranti le storie della vita di Alessandro Magno. Nella Sala è collocato un caminetto di fine 1700 di marmo bianco finemente intagliato e con tre medaglioni di alabastro e figure di bronzo dorato; completano l'arredamento gli scranni in legno di un antico coro di gusto cinquecentesco. (simbolica, generica, vuoto, cdm) ANSA / FILIPPO ATTILI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI +++ NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
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BOLZANO, 17 GIU - L'ex sindaco di Brunico Roland Griessmair potrebbe entrare nel governo Meloni come sottosegretario con la delega per le minoranze linguistiche. Lo ipotizza il quotidiano altoatesino Tageszeitung. Mentre a Roma la cosa sarebbe quasi fatta, secondo il giornale, l'ipotesi crea non poche discussioni a Bolzano. Per la Svp sarebbe infatti la fine di un tabù, visto che il partito più longevo del parlamento da sempre ha rifiutato qualsiasi coinvolgimento in un governo nazionale. Come scrive la Tageszeitung, Griessmair può contare sull'amicizia con il ministro Francesco Lollobrigida e anche sul sostegno del ministro Roberto Calderoli. Come apprende l'ANSA dalla Volkspartei, "non c'è una proposta formale da parte del governo, ma sappiamo che viene presa in considerazione". Se l'ipotesi si dovesse concretizzare, gli "organi competenti della Svp sarebbero chiamati a definire la posizione del partito". Per il deputato e leader altoatesino di Fdi, Alessandro Urzì, "si tratta ovviamente di una personalità a cui riconosciamo la massima competenza e professionalità. Ovviamente non mi permetto di dichiarare nulla nel merito della opzione, trattandosi di una prerogativa del governo e del presidente del consiglio". "Una cosa va annotata a prescindere da tutto: il governo Meloni è quello che più ha fatto per il sistema della autonomia ed il suo equilibrio fra tutti i governi degli ultimi vent'anni", prosegue Urzì. "Anzi per la precisione è stato quello che ha dovuto porre mano alla disgraziata riforma del titolo quinto della Costituzione, imposta nel 2001 dalla sinistra, e che ha creato tutti gli svantaggi all'autonomia che hanno prodotto la riforma recentemente licenziata dal Consiglio dei Ministri e che presto arriverà all'attenzione del parlamento", conclude Urzì.

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