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Il pugno di ferro di Erdogan dopo il golpe fallito in Turchia

Venti morti nel raid contro i Pkk, divieto d'espatrio per i professori universitari. Un colonnello confessa di far parte della rete di Gullen
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A cinque giorni dal fallimento del golpe, primo raid turco contro il Pkk e obiettivi dell'organizzazione indipendentista curda nel nord iracheno: sarebbero 20 i morti nell’attacco, riferiscono siti turchi. 

Wikileaks pubblica intanto 295 mila mail dell'Akp «in risposta alle epurazioni» di massa volute da Erdogan.

A questo proposito, il Consiglio per l'alta educazione (Yok) ha imposto un divieto di espatrio a tutti i professori universitari turchi. Lo riferisce la tv di stato Trt. Ieri, lo stesso Yok aveva chiesto le dimissioni dei 1.577 decani delle università della Turchia. Secondo quanto riferisce Trt, il provvedimento include anche la richiesta ai professori universitari attualmente all'estero di rientrare in Turchia il più presto possibile.

Nel frattempo, il consigliere del capo di Stato maggiore turco, il luogotenente colonnello Levent Turkkan, ha confessato di far parte della rete del religioso islamista Fethullah Gulen, accusata di aver organizzato il colpo di stato. Lo riporta la Cnn Turk, mostrando parti della sua testimonianza resa agli inquirenti.

Da parte sua Gulen, accusato dalla Turchia di aver orchestrato il fallito golpe di venerdì scorso, ha chiesto agli Usa di respingere la richiesta di estradizione di Ankara

«È ridicolo, irresponsabile e falso dire che io abbia a che fare con il golpe fallito. Chiedo al governo degli Stati Uniti di respingere qualsiasi richiesta di estradizione», ha affermato Gulen in un comunicato in cui ha definito la richiesta di Ankara una «vergogna politica».

Il governo turco ha inviato ieri la richiesta e Washington ha assicurato che esaminerà i documenti che secondo Ankara contengono le prove del coinvolgimento nel golpe del nemico del presidente Recep Tayyip Erdogan.

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