Italia e Estero

Il Governo ha giurato al Quirinale: Giorgia Meloni è premier

La cerimonia ha sancito formalmente l'insediamento del nuovo esecutivo. Atteso per martedì il voto di fiducia
  • Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
    Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
  • Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
    Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
  • Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
    Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
  • Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
    Governo, il giuramento di Giorgia Meloni e dei 24 ministri
AA

Giorgia Meloni è a tutti gli effetti il nuovo presidente del Consiglio. È durata poco più di mezz'ora al Quirinale la cerimonia del giuramento dei ministri scelti dalla neo premier che ha sancito formalmente la nascita del governo di centrodestra (ma molti lo chiamano di destracentro) che si presenta al mondo con l'incoronazione della prima donna premier della storia repubblicana. O meglio sarebbe dire di tutta la storia dell'Italia unita.

Giuramento lampo

Un giuramento dei ministri lampo che permetterà ora alla premier di chiedere la fiducia parlamentare con tutta probabilità già martedì. 

Rispettato in totlo il rigido protocollo di palazzo:  a giurare è stata per prima la premier, seguita da tutti i nuovi titolari dei vari dicasteri presentatisi, a chiamata, uno per volta, di fronte al Capo dello Stato. Davanti a loro una scrivania sulla quale si trovavano una copia originale della Costituzione della Repubblica Italiana e tutti i documenti ufficiali la cui firma costituisce l'atto formale di insediamento alla guida di ogni singolo ministero.

La cerimonia nel Salone delle Feste

Sono 24 i ministri sfilati, non senza emozione nel salone delle feste del Quirinale per giurare nelle mani del capo dello Stato. Si nota nel primo governo guidato da una donna proprio l'esiguo numero di donne alla guida dei dicasteri (solo sei) e sorprende invece l'altissimo numero di senatori cooptati al governo, ben nove. Senza contare il presidente del Senato, Ignazio La Russa, la coalizione di centrodestra può contare su 115 voti a Palazzo Madama, dove la maggioranza è a quota 104. 

Nove ministri vengono da Fratelli d'Italia, cinque da Forza Italia, cinque dalla Lega, e altrettanti sono i tecnici. Ha colpito anche il cambio di denominazione per alcuni ministeri: all'Istruzione viene aggiunta la dicitura del «merito», le politiche agricole diventano Agricoltura e sovranità alimentare. Una rivoluzione (per alcuni un'involuzione) anche lessicale. Giorgia Meloni, entrata al Quirinale con una Fiat 500X bianca ed uscita con un Audi 6 dello Stato, ha immediatamente chiamato il suo predecessore Mario Draghi, reduce dal suo ultimo Consiglio europeo. Rapporti buoni e uno scambio di consegne che tutti garantiscono avverrà nella massima collaborazione.

Infine, se le opposizioni riconoscono come sia una nota positiva per l'Italia avere finalmente una donna a Chigi, non nascondono le loro preoccupazioni per la scelta di alcuni nomi che preoccupano per la tenuta dei diritti. «La lista dei ministri conferma alcuni segnali preoccupanti. Segnali sparsi che preannunciano un brusco arretramento nel percorso di riconoscimento e rafforzamento dei diritti civili, sottolinea ad esempio Giuseppe Conte. 

L'incarico in meno di un mese

Meno di un mese dopo le elezioni politiche Sergio Mattarella convoca al Quirinale Giorgia Meloni e le affida l'incarico di formare il nuovo governo. «Questa volta il tempo è stato breve, non è passato nemmeno un mese dalla data delle elezioni e questo è stato possibile per la chiarezza dell'esito elettorale», ha premesso il Capo dello Stato. In secondo luogo (ma questo è stato anche il motivo del colloquio di oltre un'ora avuto in privato con la nuova presidente del Consiglio) perchè «è stato necessario procedere velocemente in considerazione delle condizioni interne e internazionali che esigono un governo nella pienezza dei suoi compiti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia