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Il governo ha approvato il decreto sul lavoro: cosa prevede

Tra le misure maggiori il taglio al cuneo fiscale per redditi fino a 35mila euro ma anche la fine del reddito di cittadinanza dal 2024
DL LAVORO, COSA PREVEDE
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Oggi, nella giornata della Festa dei lavoratori, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riunito un Consiglio dei ministri per approvare un decreto legge sul lavoro che contiene fra le altre misure la riduzione del cuneo fiscale, l'innalzamento del tetto di esenzione per i fringe benefit (compensi aziendali sotto forma di beni o servizi), il superamento del reddito di cittadinanza con l'arrivo dell'assegno di inclusione. 

L'esecutivo non si ferma nemmeno nel giorno della festa del lavoro, rivendica fiera la premier Giorgia Meloni, che annuncia il taglio delle tasse sul lavoro «più importante degli ultimi decenni». Il Consiglio dei ministri si è tenuto in tarda mattinata: in un'ora e mezza ha dato il via libera agli interventi illustrati ieri sera dalla premier ai sindacati. Dopo la riunione non c’è stata la conferenza stampa ma con i giornalisti ha parlato la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, mentre Meloni ha diffuso un video sui suoi canali social in cui spiega in sintesi i contenuti del decreto legge.

Il taglio del cuneo fiscale

L'intervento più importante è il taglio delle tasse sul lavoro. La misura più corposa, che assorbe circa 4,1 miliardi, in parte coperti col tesoretto in deficit ricavato dal Def, è il nuovo taglio del cuneo fiscale, cioè la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quello che il lavoratore percepisce come stipendio netto, per i redditi fino a 35mila euro l’anno. La misura del decreto è temporanea, da luglio a dicembre: per i redditi fino a 25mila euro all’anno il taglio sarà del 4% e si aggiungerà a quello del 3% già in vigore nel 2022, pari in media a circa 96 euro al mese in più in busta paga. Per i redditi fino a 35mila euro il taglio aggiuntivo sarà sempre del 4%, che si aggiungerà al precedente del 2%, per una media di 99 euro al mese. L'aumento in busta paga, stima il ministero dell'Economia, è fino a 100 euro mensili di media: «Un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere», sottolinea il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. 

Le altre misure per il lavoro

A questo si aggiunge l'innalzamento fino a tremila euro della soglia di esenzione dei fringe benefit per i dipendenti con figli minori

Non solo, perché il decreto manda in soffitta il reddito di cittadinanza: dal primo gennaio 2024 arriva l'assegno di inclusione per le famiglie con persone con disabilità, minori o over-60; mentre per gli occupabili, dal primo settembre 2023 arriva lo strumento di attivazione al lavoro, con percorsi di formazione ma anche la possibilità anche di fare il servizio civile sostitutivo. 

Previsto inoltre il rifinanziamento del fondo per riduzione della pressione fiscale e una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell'assegno unico. Sono previsti incentivi chi assume i beneficiari dell'assegno di inclusione.

Si alza poi la soglia delle prestazioni di lavoro occasionale (da 10mila a 15mila euro per chi opera nei congressi, fiere, terme e parchi divertimento). Si interviene anche sui contratti a termine con meno vincoli sulle causali. «Ci sarà la contrattazione collettiva», spiega Calderone, che allontana le polemiche: «L'obiettivo non era certo quello di rendere più precario l'utilizzo di questi strumenti ma di rendere più agevole l'interpretazione» delle norme. 

Al decreto il consiglio dei ministri affianca anche un disegno di legge, con altre norme che vanno dai fondi per l'assuzione dei disabili ai meccanismi di applicazione della Cig in caso si lavori solo per alcuni giorni. Viene potenziata anche l'attività di controllo in campo contributivo dell'Inps, accompagnandola però da un dimezzamento delle sanzioni per chi pagherà subito, entro 40 giorni dall'accertamento.

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