I Vigili del fuoco di Brescia a Senigallia: «Anziani salvati da acqua e ipotermia»
Annamaria ha i capelli immacolati cifra dei suoi 85 anni. Il fisico esile quasi scompare mentre all’interno del gommone su cui ha trovato la salvezza uno dei Vigili del Fuoco partiti da Brescia e intervenuti dalle prime ore dell’emergenza a Senigallia l’avvolge in un abbraccio rassicurante. Un’immagine, rimbalzata in poche ore sui media e sui social, divenuta quasi simbolo di questa ennesima calamità per il centro Italia, che racconta un salvataggio operato proprio da quei pompieri accorsi dalla Leonessa in aiuto ai marchigiani.
L’allerta
A raccontare, al telefono, i fatti che hanno segnato le ore concitate dell’altra notte e dell’interminabile giornata di ieri è il caposquadra esperto Pino Raneri, che coordina i cinque specialisti di soccorso in ambiente speleo-alpino-fluviale (Saf) e di soccorso acquatico (Sa) partiti dal Comando di via Scuole e unitisi alla sezione operativa di Mantova appena la Direzione regionale ha disposto l’invio di supporti ai colleghi dei territori alluvionati.
«In meno di un’ora, preparati mezzi e attrezzatura, ci siamo messi in strada, attorno alle 21.15. Dopo circa 4 ore eravamo a Senigallia. Solitamente in questi casi, chi arriva da fuori viene mandato al Comando provinciale competente per le prime indicazioni. Ma l’emergenza era tale che ad Ancona non ci siamo neppure arrivati, subito dirottati sugli interventi».
Quella voce
Per il gruppo di vigili bresciani sono iniziate così ore di soccorsi senza sosta. «Con il gommone da rafting abbiamo dovuto recuperare almeno una dozzina di persone, tutte anziane, bloccate nelle loro abitazioni invase dall’acqua. Erano lì da ore, in ipotermia, provate per il tempo trascorso al bagnato». Le vie della cittadina affacciata sull’Adriatico stravolte dall’esondazione del Misa appaiono anche negli scatti che immortalano gli stessi pompieri lombardi all’opera quasi fossero esse stesse dei fiumi.
E dalla morsa d’acqua, gli operatori bresciani hanno estratto viva anche la signora Annamaria, di cui nessuno aveva neppure segnalato la presenza. O per meglio dire l’assenza. «Stavamo portando al primo punto accessibile alle ambulanze tre anziani - prosegue Ranieri -, quando il collega Diego Bortot ha udito un suono, come un lamento flebile, al punto che non si capiva da dove venisse. Abbiamo lasciato in fretta i tre anziani nelle mani dei sanitari e siamo tornati indietro».
I vigili del fuoco sono riusciti in breve a localizzare quelle invocazioni di aiuto. «Abbiamo sfondato una porta e riversa a terra c’era la signora Annamaria: una libreria le era precipitata addosso e le impediva di muovere le gambe, aveva l’acqua fino alla gola e stava gelando dal freddo». Senza perdere un istante la donna è stata liberata e portata al sicuro: «Era in ipotermia e sotto shock. Ma essere riusciti a salvarla ha reso l’intervento uno di quelli che ci riempie di soddisfazione».

Campi e ponti
Certo non l’ultimo degli interventi, proseguiti tutto ieri, in una corsa contro il tempo e il maltempo che di nuovo minaccia l’Anconetano. «In mattinata abbiamo soccorso tre persone che erano asserragliate in casa in campagna, attorno a loro l’acqua superava i 3 metri e mezzo di altezza, raggiungerli non è stato facile. Quattro altre persone più anziane si sono rifiutate di lasciare l’abitazione di sempre» spiega Raneri, che conferma come la popolazione manifesti gratitudine e riconoscenza per il loro operato.

Proprio come a L’Aquila, a Modena, nelle stesse Marche in occasione di altre calamità in cui lo stesso caposquadra ha operato in passato. «Chiaramente chi ha perso tutto è disperato». Ma per chi deve prestare soccorsi non c’è tempo per esitare. L’ennesima urgenza è un ponte ferroviario ostruito. «Dovremo operare tra l’acqua e una linea di alta tensione per liberarlo». E poi chissà. «Andremo avanti fin che il tempo lo permette».
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