I rugbisti bresciani rientrati in Europa su un volo dal Polo Sud

Snervante, faticosa, a tratti frustrante. L’arbitro Andrea Piardi e i giocatori delle Zebre, tra i quali i bresciani Guglielmo Palazzani e Luca Andreani, ricorderanno a lungo la trasferta in Sudafrica conclusasi finalmente ieri mattina con il rientro di tutta la comitiva in Italia.
«C’è stata una grande disparità tra quello che vivevamo noi laggiù e quello che riportavano i giornali – racconta Palazzani, 150 presenze con la maglia delle Zebre e una quarantina in Nazionale -. Nel senso che fuori dal Sudafrica sembrava che il paese fosse barricato in lockdown. Invece dall’albergo vedevano scorrere per le strade una vita più che normale. Il problema era l’attesa, legata a decisioni che non dipendevano da noi. Che peraltro abbiamo sempre rispettato i protocolli, evitando i contatti e mantenendo la nostra bolla. In questo devo fare i complimenti al nostro direttore sportivo, George Biagi che si è trovato a gestire una situazione nuova e difficile e l’ha fatto in modo impeccabile».
Andrea Piardi, 29 anni, parla di un’esperienza faticosa: quattro giorni di spostamenti continui alla ricerca di un modo per tornare in Italia. «A un certo punto, venerdì, quando siamo stati avvertiti che le partite erano cancellate, ci hanno detto che noi arbitri saremmo potuto rientrare via Johannesburg/Istanbul – racconta Piardi -. Ma una volta partiti da Città del Capo, ogni prenotazione veniva cancellata. Alla fine abbiamo dovuto affidarci al charter del comitato organizzatore dello United Rugby Championship. Prima però, da Johannesburg, abbiamo dovuto volare a Durban per recuperare gli Scarlets e poi di nuovo a Città del Capo da dove era prevista la partenza finale. Poi abbiamo vissuto la ricerca di un aereo per l’Europa. Meno male che ne hanno trovato uno in rientro dal Polo Sud dove aveva portato una spedizione in Antartide. Abbiamo volato con quello. E ancora: al momento di partire, Cardiff e Munster avevano alcuno positivi nel loro gruppo. Solo che gli irlandesi avevano già caricato tutti i loro bagagli sul volo e fatto le pratiche per la dogana. Hanno dovuto scaricare tutto e abbiamo perso altre ore. Così siamo arrivati a Dublino alle quattro di mattina».
Palazzani: «Quando nella capitale irlandese siamo saliti sull’aereo che doveva portarci a Bologna, le hostess indossavano tutte la tuta protettiva intera, la mascherina e il casco con la visiera. Ci sentivamo un po’ a disagio, sembrava fossimo un gruppo di contaminati gravi».
Domenica 12 dicembre Piardi è stato designato per dirigere la partita di Champions Cup tra gli Ospreys e i Sale Sharks: trascorsi i dieci giorni di isolamento fiduciario a casa, potrà ripartire. Le Zebre invece sono in quarantena, in camere singole, presso l’Hotel Ducale di Parma a un passo dalla Cittadella del rugby, dove, preservando la bolla, con tamponi negativi e nessun contatto esterno, pare che i giocatori potranno anche allenarsi, in attesa di riprendere l’attività insieme ai compagni che erano rimasti in Italia. Sulla materia si esprimerà nelle prossime ore la AUSL di Parma. «Ho parlato con mia figlia Beatrice al telefono - dice Palazzani - non vedo l’ora di poterla riabbracciare, al netto di questo dispiacere, speriamo di breve durata, per il resto è andato tutto bene».
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