I partecipanti al progetto 7MML ancora bloccati a Città del Capo

Bloccati a Città del Capo al termine di un viaggio di volontariato durato un mese per sensibilizzare sullo stato delle acque del pianeta, nello specifico in Africa e dei progetti di molte associazioni e Onlus attive nel continente.
È questa la storia di quattro componenti della missione di 7milamiglialontano, tra loro anche due bresciani, Giuliano e Claudio. La loro odissea per provare a rientrare in Italia dovrebbe concludersi fra un paio di giorni con un volo via Addis Abeba e poi verso Roma. I nostri hanno provato, senza fortuna, anche a prendere il volo con cui sono tornati i rugbisti delle Zebre. Il tutto mentre anche la Farnesina e la rete diplomatico-consolare italiana in Sudafrica «stanno lavorando per l’allestimento, in tempi rapidi, di un volo commerciale» speciale Cape Town-Roma.
Qualche dettaglio in più sul vostro viaggio?
Siamo un gruppo di 4 viaggiatori dell’Associazione 7Milamiglialontano, in Africa dal 28 ottobre per un viaggio nell’ambito del progetto H2OPlanet, con l’obiettivo di documentare in questo periodo di grave difficoltà l’attività svolta in Africa da alcune associazioni umanitarie (tra cui Celim, Africa chiama, In and Out the Ghetto ed Emergency, per la quale abbiamo visitato il nuovo ospedale pediatrico di Entebbe), promuovendone contestualmente anche il sostegno attraverso donazioni. Dopo aver attraversato Tanzania e Uganda siamo entrati in Zambia, da dove avremmo dovuto rientrare in Italia sabato 27, con un volo Emirates. Due ore prima della partenza però la compagnia aerea ha cancellato il volo in partenza da Lusaka senza fornire alcuna alternativa o assistenza. A differenza, ad esempio, di Qatar airlines, che il giorno precedente ha fornito ai propri viaggiatori e a proprie spese il trasferimento in hotel, la cena e il volo di ritorno per il giorno successivo.
Cosa avete fatto a quel punto?
Dopo innumerevoli tentativi e svariate ore in aeroporto alla spasmodica ricerca di informazioni ci siamo arresi all’evidenza che tutte le compagnie aeree stavano cancellando i propri voli per l’Europa. Contattata l’ambasciata italiana a Lusaka abbiamo saputo che la Farnesina stava organizzando un volo speciale di rientro dell’aeronautica militare per gli italiani presenti in Sudafrica e in partenza da Città del Capo. Per questo motivo abbiamo volato a nostre spese da Lusaka a Cape Town. Arrivati a Cape Town, domenica sera, abbiamo però saputo che il volo militare non sarebbe più stato effettuato. A fronte di una situazione di progressivo annullamento dei voli per l’Europa da parte dei diversi vettori (Klm, Air France, Swiss, Lufthansa), siamo comunque riusciti ad acquistare un volo con Ethiopian Airlines da Johannesburg per il 2 dicembre (sempre a nostre spese), e incrociamo le dita che sia la strada giusta per riuscire a rientrare.
Che aria si respira in Sudafrica?
La situazione è seria come sembra dal clima di ansia internazionale per la nuova variante Omicron? Possiamo testimoniare che qui a Cape Town non si respira una situazione di particolare tensione, si vedono poche persone in circolazione e quasi tutte indossano correttamente la mascherina (a differenza di Tanzania, Uganda e Zambia, dove è praticamente inesistente). Pur nelle difficoltà e nella situazione di incertezza il morale regge. Grazie anche alle esperienze straordinarie vissute nel corso del viaggio.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
