Italia e Estero

I grossi guai del governo austriaco

Elezioni anticipate in Austria a causa delle dimissioni del leader populista Strache. C'entrano un video con imbarazzanti aperture ai russi
L'ex vice-cancelliere austriaco Strache - Foto Ansa/Ap Michael Gruber © www.giornaledibrescia.it
L'ex vice-cancelliere austriaco Strache - Foto Ansa/Ap Michael Gruber © www.giornaledibrescia.it
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Terremoto politico in Austria. A pochi giorni dalle elezioni europee, il leader dell'estrema destra Hans Christian Strache si dimette da vice-cancelliere e da capo del Fpoe. E il cancelliere Sebastian Kurz chiede elezioni anticipate «il prima possibile» al presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen.

«Non ci sono alternative: con la Fpoe una collaborazione è impossibile, perché quando è troppo è troppo. I socialdemocratici non condividono le nostre posizioni e gli altri partiti sono troppo piccoli», sostiene il 32enne enfant prodige dei popolari austriaci.

Strache, il delfino di Haider, si dimette dopo che, in un video ripreso di nascosto e diffuso dai media tedeschi, si è saputo di un suo incontro a Ibiza, nel 2017, con una sedicente nipote di un oligarca russo, Aljona Makarowa, che si offriva di investire circa 250 milioni di euro per acquisire quote del quotidiano «Kronen Zeitung», con soldi in nero di provenienza ignota.

La donna era in realtà un’adescatrice e l’incontro a Ibiza una trappola. Nel video il vice-cancelliere austriaco e il suo braccio destro Johann Gudens si lasciano andare ad elogi del sistema di Viktor Orban di controllare la stampa. E propongono alla russa di finanziare il Fpoe in forme «discutibili», passando attraverso circoli e associazioni per aggirare la Corte dei conti e le leggi austriache in tema di finanziamento ai partiti.

Strache e Gudens avevano confermato l’incontro, ricordando «un’atmosfera di festa e di bevute». Lo stesso Strache, nel comunicare le dimissioni, denuncia che «i giornali hanno atteso due anni per perpetrare questo attentato politico messo in scena segretamente». Poi si commuove, si scusa in diretta soprattutto con la moglie, ammette di essersi «comportato come un teenager», di aver «detto cose sotto influenza dell’alcol».

Al capo dello Stato la vicenda non è piaciuta per niente: «L'Austria non è così», dice Van der Bellen, stigmatizzando «l'intollerabile mancanza di rispetto ai cittadini». Nel frattempo, nella Ballhausplatz, davanti al palazzo della Cancelleria a Vienna si riuniscono in 5000 per protestare: il concentramento nella Ballhausplatz era iniziato già l’altra notte, quando il video incriminato era stato diffuso, e la folla è andata crescendo. E dalla Germania parte un duro attacco contro i populisti. «Non abbiano ruoli di responsabilità in Europa, sono pronti a vendersi per un pezzo di pane», tuona la leader della Cdu tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer. Parole analoghe a quelle del ministro degli Esteri di Berlino, Heiko Mass della Spd: facendo pressing su Kurz perchè scarichi la Fpoe, ribadisce che «i populisti di destra sono i nemici della libertà. Fare causa comune con i populisti di destra è irresponsabile».

A questo punto, forte dei sondaggi che vedono i Popolari austriaci in forte crescita, Kurz decide di tornare alle urne «al più presto possible». Prende le distanze alla velocità della luce dagli ex alleati, che scarica senza complimenti: «Quando è troppo è troppo. La Fpoe danneggia il nostro Paese. È in contrasto con il principio del servizio per il Paese e in questi due anni ho dovuto mandar giù troppo pur di fare le riforme» sostiene.

 

 

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