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Gori a Leu: «La porta è spalancata». Ma Leu la chiude subito

Dopo l'addio alla corsa al Pirellone di Maroni, il candidato Pd Gori apre a Liberi e uguali. Ma il no arriva secco:
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«Non ci sono motivi di divisione né politici né personali. Quindi la porta non è aperta, è spalancata». Così Giorgio Gori (Pd), dalle colonne di Democratica, auspica un accordo elettorale con Liberi e Uguali per l'elezione alla Regione Lombardia. 

«Credo che sarebbe una cosa difficile da spiegare agli elettori - prosegue - il fatto che in questa regione dove abbiamo l'opportunità di voltare pagina dopo tanto tempo i percorsi siano diversi. Lo dicono anche gli elettori di Liberi e Uguali che sperano che ci sia la capacità di mettere insieme le forze anche perché non ci sono motivi di divisione né politici
né personali. Quindi - conclude Gori - la porta non è aperta, è spalancata».

La risposta non tarda ad arrivare. Con l'immagine altrettanto evocativa di una porta immediatamente richiusa. «Non ci sono le condizioni politiche per riaprire» con il Pd: il consigliere regionale Onorio Rosati ha spiegato così che Liberi e Uguali conferma l'intenzione di presentare un proprio candidato alla presidenza della Lombardia, e quindi di non sostenere Giorgio Gori. Mercoledì a Sesto San Giovanni (Milano) si terrà l'assemblea regionale di Leu con Grasso presente e in quell'occasione, spiega Rosati, si saprà chi è «il candidato presidente».

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