Giornate dell'archeologia, Banditaccia "apre" Tomba dei rilievi

ROMA, 12 GIU - Un capolavoro d'arte e antichità, unicum nel panorama archeologico con il suo racconto che ancora "parla" dopo più di duemila anni. Ma anche un sito fragilissimo e per questo sempre estremamente protetto. In occasione delle Giornate europee dell'archeologia, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia apre eccezionalmente al pubblico la sua forse più celebre sepoltura: la stupefacente Tomba dei rilievi (da molti detta "Tomba bella"), capolavoro assoluto dell'arte funeraria etrusca, generalmente da ammirare solo dietro vetri trasparenti anti-appannamento. L'appuntamento, il 13 giugno, inaugura un ciclo di aperture straordinarie della Tomba, con nove date in calendario fino al 26 settembre. E permetterà agli appassionati di conoscere e ammirarla da vicino. "Datata alla fine del IV secolo a.C. - racconta Maria Cristina Tomassetti, funzionaria archeologa del Pact - la Tomba dei rilievi è un ipogeo gentilizio appartenuto alla famiglia Matuna, una delle più illustri e potenti della città di Caere". Situata all'interno della Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, patrimonio Unesco dal 2004, è un sepolcro unico per l'eccezionale quantità e il realismo degli oggetti rappresentati in rilievo su ogni angolo, colonna o parete. "Raccontano - dice Tomassetti - quello che raccontano molte tombe di questo periodo: il prestigio della famiglia, l'alto livello sociale, l'impegno a livello militare. Il tutto, però, con una tecnica che a oggi non abbiamo riscontrato in nessun'altra tomba: sono tutti stucchi, con oggetti modellati in malta e appesi in modo illusionistico con chiodi di estremo realismo. Quello che colpisce - aggiunge - è la ricerca del verismo, grazie all'uso del colore e alla lavorazione della superficie delle forme, come nei cuscini soffici dove sembra che ci sia ancora qualcuno con il capo appoggiato". Nelle visite speciali i visitatori saranno accompagnati dai funzionari del Pact che li guideranno nell'esplorazione e nella "lettura" di questa "stanza delle meraviglie". "Sono ambienti estrematene fragili - conclude Tomasetti - ed è proprio questa la nostra grande sfida: coniugare la conservazione con la fruizione".
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