Italia e Estero

GdF Arezzo scopre 139 operai in nero in ditte oro e edili

Guardia di Finanza di Siena
Guardia di Finanza di Siena
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AREZZO, 13 FEB - Scoperti dalla guardia di finanza di Arezzo ben 139 lavoratori "in nero" o irregolari impiegati da imprese dell'oreficeria e gioielleria (due) e del settore edilizio (sei). Le verifiche hanno fatto contestare sanzioni per oltre 80.000 euro, attivata la sospensione dell'attività di impresa, scoperte imposte evase per un totale di oltre 3,3 milioni di euro e indennità di disoccupazione indebitamente percepite per altri 60.000 euro. Il primo controllo è partito nel capoluogo a una ditta di oreficeria, quando una pattuglia del 117 ha notato numerose biciclette davanti a un capannone in pieno giorno festivo e di pomeriggio. I finanzieri dentro hanno trovato operai bengalesi, indiani e pachistani a lavorare alla saldatura sui preziosi. Coi rinforzi sono partite le verifiche. C'erano 39 lavoratori extracomunitari presenti, 24 completamente in 'nero', mentre i restanti 15 'irregolari' dato che il titolare pur avendoli formalmente assunti non li ha registrati nel Libro Unico del Lavoro. Il titolare, bengalese, è stato denunciato per violazione delle norme che regolano l'occupazione di extracomunitari poiché aveva impiegato anche un minorenne senza documenti di soggiorno, sei operai che avevano aperto l'iter per la protezione internazionale quindi non sono impiegabili, altri otto in Italia col 'decreto flussi' ma senza 'permesso di soggiorno per lavoro subordinato'. Analogo controllo in un'altra ditta aretina di oreficeria di un pakistano che teneva quattro connazionali in nero di cui tre avevano chiesto la protezione internazionale. Infine, la compagnia di San Giovanni Valdarno ha ispezionato sei ditte edili della provincia trovando ben 85 lavoratori in nero, in prevalenza italiani. Otto di loro formalmente disoccupati percepivano indebitamente l'indennità mensile di disoccupazione (Naspi) per importi in totale pari a 60.000 euro. Una delle imprese era esterovestita, cioè con sede fittizia in un paese Ue con tassazione inferiore rispetto a quella italiana ma di fatto amministrata nel territorio nazionale. Nelle verifiche alle ditte edili sanzioni per oltre 300.000 euro, trovate imposte evase per circa 3.300.000 euro, denunciati due amministratori per reati fiscali.

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