Italia e Estero

Garante Lazio, 'serve amnistia o indulto, Governo lo capisca'

Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa con la Garante delle persone private della liberta personale di Roma Capitale, Valentina Calderone durante la conferenza stampa di presentazione di dati e considerazioni relativi alle principali criticita del sistema penitenziario a Roma e nel Lazio in occasione della mobilitazione nazionale indetta dalla conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della liberta, Roma, 03 marzo 2025. ANSA/ANGELO CARCONI
Il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa con la Garante delle persone private della liberta personale di Roma Capitale, Valentina Calderone durante la conferenza stampa di presentazione di dati e considerazioni relativi alle principali criticita del sistema penitenziario a Roma e nel Lazio in occasione della mobilitazione nazionale indetta dalla conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della liberta, Roma, 03 marzo 2025. ANSA/ANGELO CARCONI
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ROMA, 03 MAR - "La prima cosa che servirebbe oggi alle carceri è un provvedimento deflattivo che riduca drasticamente la popolazione detenuta. So perfettamente che il governo non vuole sentire parlare di amnistia e indulto nonostante lo preveda la Costituzione". Lo ha detto il Garante dei detenuti della regione Lazio Stefano Anastasia nel corso di una conferenza stampa a Roma. "Penso però che se il governo presta tanta attenzione alle esigenze del personale penitenziario - ha aggiunto - è bene che sappia che è allo stremo e certamente avrebbe piacere di un provvedimento deflattivo che riduca drasticamente la popolazione detenuta. Bisogna pensare anche - ha detto ancora - all'idea di un numero chiuso programmato che stabilisca quello che effettivamente gli istituti penitenziari possono accogliere per svolgere un lavoro dignitoso sulla base degli spazi e del personale a disposizione. Piuttosto che inseguire un'edilizia penitenziaria, che non si sa se e quando possa compensare i casi di sovraffollamento in Italia, bisogna lavorare a forme di reintegrazione sociale per quelle persone che hanno il problema di marginalità, come mezzi e condizioni di sussistenza, attraverso delle case di reintegrazione sociale per quei detenuti con pene minime da scontare". Le altre proposte lanciate oggi assieme alla Garante di Roma Capitale Valentina Calderone prevedono la nascita di Case di reintegrazione per l'accoglienza e la prevenzione della detenzione sociale, garantire l'effettività della sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale sull'affettività in carcere, garantire l'aumento dei colloqui telefonici previsto dal decreto carceri 2024 e garantire infine l'ingresso del volontariato e lo svolgimento delle attività anche in orari pomeridiani.

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