Femminicidio in Gallura, oggi esami sul corpo di Cinzia Pinna

PALAU, 29 SET - Sono attesi per oggi gli accertamenti medici sul corpo di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa da Emanuele Ragnedda, 41enne imprenditore del vino di Arzachena, reo confesso e rinchiuso in carcere a Tempio Pausania. Il corpo della donna - che risultava scomparsa dall'11 settembre scorso - con indosso solo una maglietta, era stato nascosto all'interno della tenuta dell'imprenditore tra Palau e Arzachena, vicino a un albero, esposto alle intemperie e alle razzie degli animali selvatici. Le sue condizioni, al momento del ritrovamento da parte degli investigatori e dei carabinieri guidati dal comandante territoriale di Olbia Nicola Pilia, hanno reso impossibile il riconoscimento da parte dei familiari. Oggi tra gli esami previsti ci sarà anche la Tac. Chi indaga su quanto accaduto la notte tra l'11 e il 12 settembre vuol chiarire se tra Ragnedda e Pinna ci sia stata una qualche colluttazione precedente all'uso dell'arma da fuoco con la quale l'uomo ha confessato di averla uccisa. Ragnedda, infatti, ha sempre sostenuto, alla presenza del suo legale Luca Montella, del procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso e della sostituta Noemi Mancini, di essere stato aggredito da Cinzia Pinna all'interno del casolare nella tenuta ConcaEntosa e di aver sparato per difendersi. Non ha, però, chiarito quanti colpi di arma da fuoco sono stati sparati, e questo emergerà anche a seguito dell'autopsia e degli esami di oggi ai quali assisterà anche un consulente tecnico di parte, Ernesto D'Aloja, nominato dal legale che difende Ragnedda. Ciò che emerge in queste ore è la presenza sul luogo del delitto nei giorni successivi di almeno due persone che potrebbero aver aiutato il 41enne a cercare di ripulire la casa dal sangue della vittima e far sparire i suoi effetti personali come il telefono cellulare, ancora introvabile.