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Emergenza Covid, la Procura di Brescia chiede l'archiviazione per Conte e Speranza

La richiesta dei pm bresciani è stata inviata al Tribunale dei Ministri
Giuseppe Conte e Roberto Speranza in una foto del 2022 - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
Giuseppe Conte e Roberto Speranza in una foto del 2022 - Foto Ansa/Giuseppe Lami © www.giornaledibrescia.it
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La Procura di Brescia ha chiesto al Tribunale dei Ministri di archiviare l'indagine nei confronti dell'ex premier Giuseppe Conte e dell'ex ministro della Sanità Roberto Speranza finiti indagati per la gestione della prima ondata di Covid nella bergamasca. Lo si apprende da fonti legali. Da quanto si è saputo la Procura ha depositato la richiesta di archiviazione motivata, circa una settimana fa. «Aspettiamo la decisione», si è limitato a dire il professor Guido Calvi aggiungendo che non si sa quando arriverà in quanto i termini non sono perentori.

Le conclusioni dei pm bresciani sono arrivate dopo che lo scorso 10 maggio Conte e Speranza sono stati sentiti dai giudici bresciani. Durante il loro esame, hanno ricostruito, spiegato e chiarito i motivi delle loro decisioni per cui ora sono stati indagati, con altri 17 (tutti trasferiti per competenza funzionale al Tribunale dei Ministri), nell'inchiesta della Procura di Bergamo per la mancata istituzione di una zona rossa per isolare i comuni di Nembro e Alzano Lombardo e per la mancata applicazione del piano pandemico che, seppur datato 2006, per la magistratura poteva limitare i danni e salvare parecchie vite. Per loro le accuse sono epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.

Conte e Speranza, tramite i loro legali, hanno anche depositato una memoria e Speranza in una sorta di dichiarazione spontanea, ha ribadito l'estraneità di ogni addebito, affermando di non aver applicato il piano pandemico del 2006 in quanto, tutta la comunità scientifica lo riteneva totalmente inefficace per combattere il Coronavirus. Anche se, allora «furono presi tutti i provvedimenti a cominciare dal blocco dei voli dalla Cina - sono in sintesi le parole dell'ex ministro - e l'Italia fu la prima ad adottare misure insieme a Stati Uniti e Israele, subito dopo l'emergenza sanitaria». 

La dichiarazione

«Bisogna ripensare in modo diverso alla commissione d'inchiesta Covid: non può essere il risentimento politico, né lo scontro a ispirarne i lavori, bensì la volontà di analizzare e comprendere quanto avvenuto e capire quali iniziative mettere in campo con l'OMS sia a livello ,internazionale che nei rapporti con le Regioni»: lo afferma il deputato bresciano Gian Antonio Girelli membro della commissione Affari Sociali della Camera.

«La richiesta di archiviazione nei confronti di Conte e Speranza è la riprova che ciò che chiediamo in merito alla commissione d'inchiesta trova conforto anche nella richiesta avanzata dalla magistratura. Crediamo infatti che qualsiasi tentativo di esasperare i toni e portare avanti un'indagine inquisitoria sia ciò che più lontano possa esserci dalla ricerca di giustizia per un dramma quale è stato la pandemia. Forme di giustizialismo "variabile" non possono e non devono mai trovare giustificazioni politiche su eventi drammatici» conclude Girelli.

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