Italia e Estero

Elezioni presidenziali, in Francia c'è in gioco anche l'Europa

Quasi 49 milioni di elettori alle urne per il ballottaggio. Una sfida che ha una valenza politica che va ben oltre i confini francesi
In Francia, i manifesti elettorali di Macron e Le Pen - Foto Ansa/Epa/Salvatore Di Nolfi © www.giornaledibrescia.it
In Francia, i manifesti elettorali di Macron e Le Pen - Foto Ansa/Epa/Salvatore Di Nolfi © www.giornaledibrescia.it
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Quasi 49 milioni di elettori francesi sono chiamati a votare per il ballottaggio delle Presidenziali francesi. Come cinque anni fa, si fronteggiano Emmanuel Macron e Marine Le Pen in una sfida che ha una valenza politica che va ben oltre i confini francesi. 

I precedenti

Nel 2017 l'allora ex ministro dell'economia del governo Valls aveva stravinto il secondo turno con il 66% delle preferenze (circa 20,7 milioni di voti), mentre Le Pen si era fermata al 34% con 10,6 milioni di voti. L'innovazione politica di Macron aveva tratto grande profitto dalla crisi dei socialisti e dagli scandali che avevano travolto i neogaullisti e grazie ad un forte tratto europeista e ad una comunicazione fresca e spregiudicata, ma forte anche di una solidissima competenza economica ha battuto ampiamente l'avversaria sovranista.

La situazione oggi

A cinque anni di distanza, i due contendenti si sono ritrovati di nuovo in lizza per la presidenza francese. In un lustro all'Eliseo la figura di Macron è uscita leggermente offuscata, mentre Le Pen ha dovuto fare i conti con le ricorrenti e abituali fratture che hanno attraversato il Rassemblement National. Ad ogni modo la leader sovranista è arrivata all'appuntamento presidenziale con consensi in crescita, pur avendo nel polemista Éric Zemmour un avversario temibile a destra. 

I temi economici legati alla fase post pandemica e nell'immediato anche la guerra in Ucraina hanno contrassegnato la campagna elettorale che ha visto emergere come terzo incomodo l'esponente di sinistra di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon (terzo al primo turno con il 21% delle preferenze).

Due differenti idee di Francia

Emmanuel Macron fa un selfie con alcune ragazze - Foto Ansa/Epa/Guillaume Horcajuelo © www.giornaledibrescia.it
Emmanuel Macron fa un selfie con alcune ragazze - Foto Ansa/Epa/Guillaume Horcajuelo © www.giornaledibrescia.it

Nella sfida per l'Eliseo si scontrano due differenti idee di Francia, ma ancor più importante due differenti idee d'Europa. Il presidente uscente Emmanuel Macron in questi anni è stato il promotore del dibattito sulla riforma dell'Europa, percorso avviato nel 2019 e che vuole coinvolgere i cittadini nel rilancio del progetto europeo, incrociando proposte e sollecitazioni. Non solo, per primo ha parlato di morte cerebrale della Nato, due anni prima che la crisi afghana ne mettesse a nudo le contraddizioni e che il conflitto ucraino la rimettesse al centro del dibattito internazionale. È stato tra i sostenitori, con l'Italia e la Germania, del Next Generation Eu per il rilancio dell'economia europea post pandemia. Il suo tratto europeista non è mai stato in discussione e oggi più che mai la Francia è chiamata ad un ruolo di primo piano a fronte delle difficoltà politiche del governo di coalizione tedesco e dopo il sanguinoso addio della Gran Bretagna. 

Marine Le Pen - Foto Ansa/Epa/Ian Langsdon  © www.giornaledibrescia.it
Marine Le Pen - Foto Ansa/Epa/Ian Langsdon © www.giornaledibrescia.it

Da parte sua Marine Le Pen ha soluzioni diametralmente opposte. La più importante ed influente leader populista della storia europea (pur non essendo mai stata al governo) ha per l'Unione europea una ricetta completamente diversa: la fine dell'Unione politico economica così come la conosciamo e il ritorno ad una fantomatica Comunità europea, una sorta di sodalizio di Stati pronti a collaborare tra di loro secondo geometrie variabili e alla luce di differenti opportunità contingenti. Se è vero che Le Pen non cavalca più l'ipotesi della Frexit, il suo progetto politico è quello di un'Europa delle Nazioni in cui sono inutili le istituzioni comunitarie. La leader del Rassemblement National ha anche chiarito che se sarà presidente francese farà uscire Parigi dalla catena di comando della Nato e si adopererà per fare da tramite tra l'Occidente e la Russia di Putin. Proprio i suoi legami con il presidente russo, l'ingente prestito ricevuto dieci anni fa da una banca russa e le sue posizioni ambigue sullo status della Crimea e della guerra in Ucraina l'hanno messa in difficoltà nell'ultimo scorcio di campagna elettorale. 

Le distanze tra i due restano anche su un altro grande tema: l'ambiente. Le Pen ha sempre mantenuto in secondo piano l'emergenza climatica e ha chiarito che smantellerà il sistema di pale eoliche marine che rischiano di penalizzare i pescatori francesi. La sua vicinanza ideologica anche alle posizioni negazioniste trumpiane si mescola all'idea per cui l'ecologia significa proteggere le produzioni alimentari francesi, in quella che potremmo definire una nuova ecologia sovranista. Macron da parte sua propone invece un programma anche da punto di vista di produzione energetica che è un mix tra rinnovabli e nucleare, a cui la Francia non vuole assolutamente rinunciare.

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