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Elezioni in Cile, trionfa il leader della sinistra Gabriel Boric

Vittoria storica con il 55,86% dei voti contro il 44,14% del suo avversario, José Antonio Kast. Festa in strada nella capitale
Il neopresidente eletto Gabriel Boric nel suo discorso dopo la vittoria al ballottaggio - © Foto Epa/Elvis Gonzalez
Il neopresidente eletto Gabriel Boric nel suo discorso dopo la vittoria al ballottaggio - © Foto Epa/Elvis Gonzalez
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Alla fine il ballottaggio in Cile ha decretato un vincitore. A scrutinio pressoché terminato , il candidato della sinistra Gabriel Boric ha ottenuto 4.595.656 voti (55,86%) mentre il rivale di destra José Antonio Kast ne ha ottenuti 3.631.198 (44,14%). I media cileni testimoniano che in moltissime città si stanno svolgendo carovane di persone in festa che per l'occasione hanno rispolverato lo slogan nato durante il governo di Salvador Allende, e che sembrava solo un tema nostalgico, di 'El pueblo unido jamàs sera vencido!'. Per quanto riguarda l'affluenza alle urne, considerata storica, è stata di 8.314.173 voti, equivalente a quasi il 55%. 

Boric, 35 anni, sarà il più giovane presidente cileno di sempre. La sua vittoria storica è stata riconosciuta fin da subito da José Kast che ha prima telefonato al suo avversario e poi si è recato ieri sera a Santiago del Cile nel quartier generale del presidente eletto nell'Hotel Fundador per un breve colloquio.

Nel suo primo discorso da presidente eletto, tenutosi in serata (in Italia erano già le prime ore del mattino,ndr) Gabriel Boric si è rivolto alle molte migliaia di persone che lo hanno aspettato per ore nella capitale dicendo che «è cominciata una stagione di cambiamenti che deve approfondire la giustizia sociale e la democrazia di questo Paese».  Boric ha ringraziato «tutti quelli che sono andati a votare, compresi quelli che non hanno votato per me». Il futuro del Cile, ha poi detto, «ha bisogno che tutti quanti siano dalla parte del popolo», perché «sono convinto che le riforme che faremo per avere successo dovranno essere il risultato di un ampio consenso fra le diverse forze politiche».

Ci aspettano tempi difficili, ha proseguito, «per la pandemia, e perché le ragioni della rivolta sociale scoppiata nel 2019 ancora permangono. Per risolverli - ha assicurato - avanzeremo a passi piccoli, ma decisi». Giungo alla presidenza, ha continuato, «con la convinzione che la crescita economica nella disuguaglianza sociale è un errore», che «destabilizzare le istituzioni democratiche per governare è sbagliato» e «per questo mi impegno a proteggere la democrazia insieme alla gente». Fra gli altri temi forti del suo futuro governo, Boric ha segnalato la determinazione a «mettere fine al patriarcato in Cile» valorizzando il ruolo delle donne che «devono avere un peso maggiore nella società e nel governo». E inoltre a «garantire il rispetto dei diritti umani con alcuni punti imprescindibili: verità, giustizia, riparazione e non ripetizione». Boric si insedierà alla Moneda (palazzo dove risiede il presidente della Repubblica cilena)  l'11 marzo 2022.

 

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