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Donna uccisa nel 2008, condannato a 16 anni ricorre a Cassazione

20081111 - UDINE - CLJ - DONNA UCCISA CON TRE COLPI DI ARMA DA FUOCO ALLA SCHIENA A MANZANO (UD) Sono proseguite nella notte le indagini per identificare i responsabili dell'omicidio di Tatiana Tulissi, 37 anni. La donna e' stata uccisa ieri sera con tre colpi di pistola alla schiena sull'uscio di una villa a Manzano (Udine). Nella notte i Carabinieri hanno continuato ad ascoltare testimoni e persone che possono fornire elementi utili alle indagini. Sul posto interverranno oggi i Carabinieri del Ris (Raggruppamento Investigazioni Scientifiche) di Parma. Nella foto La villa dei Calligaris. ANSA/ALBERTO LANCIA/
20081111 - UDINE - CLJ - DONNA UCCISA CON TRE COLPI DI ARMA DA FUOCO ALLA SCHIENA A MANZANO (UD) Sono proseguite nella notte le indagini per identificare i responsabili dell'omicidio di Tatiana Tulissi, 37 anni. La donna e' stata uccisa ieri sera con tre colpi di pistola alla schiena sull'uscio di una villa a Manzano (Udine). Nella notte i Carabinieri hanno continuato ad ascoltare testimoni e persone che possono fornire elementi utili alle indagini. Sul posto interverranno oggi i Carabinieri del Ris (Raggruppamento Investigazioni Scientifiche) di Parma. Nella foto La villa dei Calligaris. ANSA/ALBERTO LANCIA/
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TRIESTE, 06 NOV - Approda davanti alla Corte di Cassazione il processo per la morte di Tatiana Tulissi, uccisa a colpi di pistola a Manzano (Udine) l'11 novembre 2008. Lo scorso marzo l' imprenditore friulano Paolo Calligaris è stato condannato a 16 anni di reclusione dalla Corte d'Assise d'appello di Venezia nel terzo processo di secondo grado a suo carico. La difesa, tuttavia, parla di "plurimi vizi e clamorosi travisamenti" e ha depositato un ricorso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza. Secondo gli avvocati, come riportano anche il Messaggero Veneto e Il Gazzettino, la Corte d'appello sarebbe stata tratta in errore da una ricostruzione sbagliata dei tempi basata su un'immagine di Google Maps. In particolare, i giudici veneziani avrebbero stimato un tragitto dimezzato rispetto a quello reale percorso dal figlio della testimone chiave, riducendo la durata da 1 minuto e 54 secondi a 55 secondi. Un errore che, per la difesa, avrebbe falsato l'intero impianto accusatorio. "Abbiamo evidenziato forzature e invenzioni tali - spiegano i legali - da richiedere oltre 150 pagine per essere elencate. Anche uno solo di questi errori basterebbe a travolgere la condanna". La tesi difensiva sostiene che i rumori uditi dalla testimone non sarebbero stati colpi d'arma da fuoco, bensì gli scoppi della marmitta difettosa del veicolo del figlio dell'imputato. "È un processo costruito per analogia con il caso Garlasco - concludono gli avvocati - ma siamo certi che avrà un epilogo opposto. Chiediamo alla Cassazione di riconoscere l'innocenza di Calligaris e di porre fine a un calvario giudiziario durato 17 anni".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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