Difesa di Manfredi Catella, 'fattura di Scandurra era vera'

MILANO, 09 AGO - La fattura da 28.500 euro emessa a luglio 2023 nei confronti di Coima Sgr dallo studio di Alessandro Scandurra, allora componente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, che per il gip di Milano Mattia Fiorentini era "funzionale unicamente a giustificare" il patto corruttivo tra l'architetto e Manfredi Catella, "non è affatto falsa". E' uno dei temi cruciali del ricorso depositato ieri al Tribunale del Riesame dai difensori di Catella, Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, per chiedere la revoca degli arresti domiciliari disposta nell'inchiesta sull'urbanistica milanese. "È una fattura - si legge - emessa a fronte di prestazioni che, come documentato, sono state effettivamente rese". La causale della fattura era "attività di Due Diligence dei comparti Cenisio 1/Messina 50 e Messina 53/De Benedetti 1" e, secondo il gip, sarebbe stata emessa poiché Scandurra doveva partecipare alla "fondamentale seduta della commissione per il paesaggio del 5 ottobre 2023" e assicurare "il proprio appoggio" al progetto Pirellino. L'incarico per lo studio di fattibilità dello studentato di via Messina è stato conferito "in vicinanza temporale della seduta del 5 ottobre 2023": come osservano i legali, "a dettare i tempi dell'incarico in questione da Coima a Scandurra, non è, all'evidenza, la seduta", bensì, "il dato cronologico non flessibile costituito dall'aggiudicazione del luglio 2023 dell'area di Messina 53 e dalla conseguente possibilità di partecipazione al bando Mur, che prevedeva tempistiche definite e non modificabili". Riprendendo quanto osservato nell'ordinanza del giudice Fiorentini, ossia che "Catella non aveva alcun rapporto con Scandurra", i legali spiegano che il ceo di Coima "non è firmatario dei contratti" con il professionista e componente della commissione "nè tantomeno ha autorizzato il pagamento della fattura" in questione. E anche se nell'interrogatorio preventivo Catella "si è assunto una responsabilità generale in coerenza con la sua etica e deontologia", ciò non significa "l'approvazione di un qualsivoglia preteso patto corruttivo". Quindi non si è assunto alcuna responsabilità riguardo agli "illeciti" contestati: "altro è l'assunzione della responsabilità delle politiche aziendali, altro la paternità di reati".
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