Italia e Estero

Delegato S.Sede presso Fao, "fame zero entro 2030 è utopia"

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CITTÀ DEL VATICANO, 12 SET - Alla Fao, la tappa del World Meeting on Human Fraternity ha segnalato l'emergenza assoluta di un mondo senza pace e senza i mezzi di nutrizione minimi per milioni di persone. Il Tavolo Alimentazione, animato dal coordinatore Ermete Realacci, ha avuto una conclusione con il discorso di mons. Fernando Chica Arellano, Osservatore Permanente della Santa Sede presso la Fao, l'Ifad e il Pam, e l'allarme è arrivato forte e chiaro. "Di fronte al grave paradosso che stiamo vivendo, vale a dire la sussistenza di una minaccia globale provocata dalla fame e l'incoerente aumento dell'investimento in armi che uccidono piuttosto che in cibo che nutre, urgono iniziative concrete, incisive ed avvedute che diano risultati positivi nel lungo periodo. Purtroppo, però, ci rimangono solo 5 anni prima di arrivare al 2030 e l'Obiettivo Fame Zero appare davvero una utopia, un castello in aria". C'è bisogna di una svolta, un cambio di rotta. "Per raggiungere questo traguardo è necessaria una collaborazione leale e solidale tra attori pubblici e privati - è la strada indicata da mons. Arellano -, affinché sia le questioni di scelta alimentare che le decisioni di carattere istituzionale promuovano l'accesso globale ad un cibo sano, buono e giusto". Oltre alle iniziative degli organismi internazionali e delle associazioni, conclude il delegato della Santa Sede, "il Concilio Vaticano II - ha concluso monsignor Chica Arellano - ci ha insegnato che la persona è principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali. Pertanto, il benessere umano deve avere la priorità sul progresso tecnologico".

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