Italia e Estero

Ddl Zan a confronto: cosa ne pensano Vito Crimi e Adriano Paroli

Il confronto tra i due esponenti politici del M5S e di Forza Italia in questa doppia intervista a Carlo Muzzi
Una manifestazione a favore del ddl Zan
Una manifestazione a favore del ddl Zan
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Si disputa su tre articoli la battaglia politica che sta spaccando la maggioranza al Senato, dove il ddl Zan, approvato a novembre alla Camera da Pd, M5s, Iv e Leu, approderà in Aula martedì senza accordo. Significa che i numeri per sostenerlo ci sono solo sulla carta e che, a scrutinio segreto, il testo potrebbe essere modificato per tornare a Montecitorio, col rischio di un affossamento definitivo.

Difficile che il confronto possa ripartire a settembre, quando la campagna elettorale per le Amministrative farà da preludio alle manovre sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica. L’ago della bilancia al Senato è Iv, promotrice di una mediazione accolta dal centrodestra ma bocciata dal centrosinistra, che prevede il ritorno al testo presentato nel 2013 da Ivan Scalfarotto. Le modifiche proposte incidono su questioni di merito del ddl Zan (considerate cruciali anche dal Vaticano), a cominciare dall’articolo 1 che, definendo i termini per descrivere le categorie oggetto di discriminazione per cui sono introdotte le aggravanti, specifica: «Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». In altre parole, l’obiettivo è tutelare le persone che, pur avendo l’aspetto sessuale di uomo, si indentificano come donna, e viceversa. Iv propone invece di eliminare i riferimenti all’identità di genere (scritti dalla renziana Annibali) per colpire le discriminazioni fondate solo «sull'omofobia o sulla transfobia».

Altro motivo di discordia è l’articolo 4 che Iv punta direttamente a sopprimere poiché già contemplato, in generale, dalla Costituzione. Si tratta della espressa tutela del pluralismo delle idee: «Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni, nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». Terzo punto incriminato, l'articolo 7 che istituisce la Giornata nazionale contro l'omotransfobia (il 17 maggio), «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell'inclusione, nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni attraverso iniziative di sensibilizzazione anche nelle scuole. Iv chiede di precisare «nel rispetto della piena autonomia scolastica»: concetto che, secondo i sostenitori del ddl Zan è già garantito, ma che il centrodestra sponsorizza per impedire l’ingresso della «ideologia gender» nelle scuole. 

L'intervista a Vito Crimi: «Il ddl Zan è una prova di civiltà»

Vito Crimi, capo politico del Movimento Cinque Stelle
Vito Crimi, capo politico del Movimento Cinque Stelle

In una fase molto complessa per il Movimento 5 Stelle, nel bel mezzo di una discussione interna anche aspra, c’è forse una costante che tiene unito il M5s ed è quella dei diritti. Su questo anche l’attuale capo politico, il senatore Vito Crimi, non ha nessun tentennamento: il ddl Zan deve essere approvato, proporre modifiche come ha fatto parte del centrodestra, ma anche i renziani significa di fatto affossare il provvedimento. Crimi non ha dubbi nemmeno sul valore del testo in discussione che considera come una norma di civiltà.

Come valuta il ddl Zan che approda in aula il 13 luglio?

Il testo è stato già approvato alla Camera, ha quindi avuto un percorso parlamentare che ha consentito una valutazione dettagliata dei suoi contenuti. Lo giudico necessario, non è più tollerabile che l'incitamento alla discriminazione e alla violenza preveda una aggravante se legata a motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, ma nulla prevede per chi attua questi comportamenti peer motivi legati all’orientamento sessuale o alla disabilità, perché è questo che prevede quel disegno di legge. Estende le aggravanti già previste per alcuni tipi di reato anche a questi ultimi, comprendendo quindi i reati legati alla discriminazione e violenza verso i disabili.

Il testo è stato approvato dalla maggioranza giallorossa alla Camera lo scorso novembre con il governo Conte II. Ora ci sono parti dell’allora maggioranza che fanno parte anche di quella attuale che sono contrarie. Secondo lei perché Italia Viva ora ha cambiato idea?

La domanda andrebbe posta a chi con superficialità affronta questi temi, approvando la legge per poi cambiare idea quando la legge sta per diventare realtà. Se la legge viene modificata, ora, significa affossarla definitivamente.

Come valuta la nota della Segreteria di Stato vaticana?

Il Vaticano ha espresso la sua posizione, farlo è certamente lecito. Poi il Parlamento deve svolgere il suo ruolo e i suoi convincimenti in autonomia, come è normale che avvenga in uno stato laico.

Secondo lei quante possibilità ci sono che il ddl venga approvato?

Confido nel buon senso del Senato. Temo gli attacchi, ma spero che non si butti a mare questa possibilità di donare al Paese una norma di civiltà.

L'intervista ad Adriano Paroli: «Sono contro una legge che rende lo Stato illiberale»

Adriano Paroli, ex sindaco di Brescia e senatore di Forza Italia
Adriano Paroli, ex sindaco di Brescia e senatore di Forza Italia

Il centrodestra aldilà delle proposte di apertura da parte dei leghisti non ama il ddl Zan e l’ha sempre contrastato da quando è iniziato l’iter in Parlamento. Il senatore forzista Adriano Paroli spiega le ragioni della sua contrarietà.

Senatore Paroli che posizione ha rispetto al ddl Zan che approda in Aula?

Sono assolutamente contrario, ma prima di entrare nel merito del provvedimento vorrei fare una premessa generale. Il vero problema è il pensiero unico che viene introdotto con il ddl Zan, che si sostiene tuteli le coppie omosessuali dando nuovi diritti. Non c’è niente di più falso perché qui il tema non è tutelare delle persone in condizione di debolezza che è un dovere di uno Stato laico. In questa norma l’intento etico-educativo diventa un’ideologia che assume ulteriore prepotenza nell’eccessiva volontà di definire l’identità sessuale. Il ddl Zan è un cavallo di Troia per l’introduzione del pensiero unico rendendo il nostro uno Stato illiberale.

Si spieghi meglio.

L’introduzione del reato d’opinione evoca regimi fascisti e totalitari. Lo trovo inaccettabile anche perché il giudice si troverebbe di fronte ad una norma penale al momento indefinita ma totalmente discrezionale. Quindi rischierei di essere condannato se dovessi sostenere in pubblico che sono contrario all’adozione per le coppie omosessuali visto che sono fermamente convinto che un bambino abbia il diritto di avere una mamma e un papà. Per questa mia posizione rischierei anche l’interdizione da cariche politiche per 3 anni.

Ha altri dubbi?

Trovo inaccettabile che il soggettivo superi l’oggettivo. Secondo il ddl Zan ogni giorno una persona potrebbe stabilire la propria identità sessuale. Questo ha conseguenze inimmaginabili. Negli Stati Uniti ci sono stati centinaia di detenuti uomini che si sono identificati come donne e quindi hanno chiesto e ottenuto di essere spostati in penitenziari femminili. Potete solo immaginare i problemi che ne sono emersi. Poi sono d’accordo che tutti i casi limite vadano tutelati, penso a tutte quelle persone che hanno difficoltà nel rapporto tra il loro fisico e la loro psiche. Ma le aspettative legittime non possono automaticamente trasformarsi in diritti.

Il centrodestra critica anche l’istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia?

Si costringerebbero le scuole paritarie a dover celebrare una giornata nazionale con l’insegnamento del gender su cui in realtà non c’è nessuna chiarezza, anzi su cui il mondo cattolico ha espresso la propria contrarietà. Aggiungo che se ci sono bambini che vivono con difficoltà la loro sessualità ho la massima fiducia negli insegnanti, che insieme ai genitori, possono affrontare questo genere di problematiche evitando ai bambini ogni tipo di discriminazione.

Come andrà il voto?

Tutto è possibile. Il ddl potrebbe essere bloccato con una serie di voti favorevoli agli emendamenti, ma potrebbe anche essere approvato. Il punto è che è stato banalizzato tutto come una contrapposizione tra chi è per i diritti e chi è contro. In realtà la contrapposizione è tra chi crede nello Stato liberale e chi lo vuole rendere illiberale.

 

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