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Da Brescia alla capitale: Carmine Esposito nuovo questore di Roma

Esposito fu alla guida della Questura di via Botticelli dal 2014 al 2016. Dopo Bari approda ora alla capitale
Carmine Esposito, già questore di Brescia e ora questore di Roma - © www.giornaledibrescia.it
Carmine Esposito, già questore di Brescia e ora questore di Roma - © www.giornaledibrescia.it
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L'ex questore di Brescia Carmine Esposito - in via Botticelli prima dell'attuale capo della Polizia a Brescia, Vincenzo Ciarambino - è da oggi il nuovo questore di Roma. Lo ha nominato il Consiglio dei Ministri. Esposito, fino ad oggi questore di Bari, prende il posto di Guido Marino, che va in pensione.

Napoletano, 62 anni, laureato in Giurisprudenza e in Scienze delle pubbliche amministrazioni, Esposito era arrivato in Puglia nell'aprile del 2016, proprio dopo aver diretto la questura di Brescia. Il nuovo questore di Roma è entrato in Polizia nel 1985 e il primo incarico l'ha svolto all'Istituto superiore di polizia.
Tre anni dopo è assegnato alla Squadra Mobile di Napoli e successivamente alla Criminalpol del capoluogo campano, dove rimane fino al 1994.

È da quell'ufficio che Esposito porta a termine una serie di operazioni di polizia giudiziaria, tra le quali l'arresto di Rosetta Cutolo, la sorella latitante del boss Raffaele, quello del luogotenente dei cutoliani Sergio Marinelli, bloccato in Venezuela, e quello del capo del clan La Torre, Augusto. Ad ottobre del 2000 Esposito diventa capo di gabinetto prima della Questura di Salerno e, poi, di quella di Palermo.

Nel 2008 Esposito è direttore reggente del Servizio affari generali della Polizia e dopo un passaggio come capo ufficio staff del vice capo della Polizia, nel maggio 2010 diventa dirigente superiore e va a guidare la questura di Trapani dove resta fino all'agosto del 2014 quando si sposta a Brescia. Tra i principali episodi criminali di cui si occupò la Polizia della Leonessa, durante la sua reggenza, figura in particolare il duplice omicidio della pizzeria Da Frank, alla Mandolossa, che costò la vita al titolare, Francesco Seramondi e alla moglie Giovanna Ferrari.

 

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