Italia e Estero

Counipar, 'la non discriminazione passa anche dal linguaggio'

epa11470273 Students listen to the dean's speech while attending the diploma ceremony after completing a four-year degree at the National University of Science and Technology Politehnica Bucharest, at the Aula-Manga Great Hall in Bucharest, Romania, 10 July 2024. During the ceremony, the heads of promotion from all departments of the university recited the professional oath. In 2024, approximately 10,000 graduates completed their bachelor's and master's degree studies at UPB. The Politehnica University of Bucharest, founded in 1864, is the oldest higher education institution in Bucharest. It is also the largest technical university in the country, with 15 faculties and approximately 25,000 students. EPA/ROBERT GHEMENT
epa11470273 Students listen to the dean's speech while attending the diploma ceremony after completing a four-year degree at the National University of Science and Technology Politehnica Bucharest, at the Aula-Manga Great Hall in Bucharest, Romania, 10 July 2024. During the ceremony, the heads of promotion from all departments of the university recited the professional oath. In 2024, approximately 10,000 graduates completed their bachelor's and master's degree studies at UPB. The Politehnica University of Bucharest, founded in 1864, is the oldest higher education institution in Bucharest. It is also the largest technical university in the country, with 15 faculties and approximately 25,000 students. EPA/ROBERT GHEMENT
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ROMA, 22 LUG - Dura presa di posizione della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane, dopo la proposta di legge per l'abolizione dell'uso del genere femminile per i titoli professionali e pubblici. La Conferenza ribadisce che "imporre l'uso delle forme maschili significa sostenere implicitamente che i ruoli di responsabilità debbano essere attribuiti prioritariamente a uomini, al punto da considerare ogni differente possibilità come un''eccezione' trascurabile a questa presunta regola data, di fatto occultata e resa indicibile nella sua corretta attribuzione di genere". "Ribadiamo con forza che il principio di non discriminazione passa anche attraverso il linguaggio. Utilizzare termini come 'sindaca', 'questora', 'avvocata', 'rettrice' e 'medica' è un atto di giustizia e riconoscimento per tutte le donne che con competenza e dedizione occupano queste posizioni o vi aspirano. In particolare, nel contesto universitario questo disegno di legge sarebbe andato espressamente contro le linee guida del Miur per l'uso del genere nel linguaggio amministrativo". "Invitiamo tutte le forze politiche, le istituzioni e la società civile a vigilare su questi tentativi estemporanei di arretramento culturale, e a continuare a promuovere un linguaggio che rispetti e valorizzi tutte le persone. Difendere l'uso del genere femminile nei titoli professionali e istituzionali non costituisce solo la garanzia di un corretto uso della lingua e della grammatica italiana, ma è una questione di tutela dei diritti civili di tutte e tutti, di giustizia sociale e di rispetto delle differenze, altrimenti trasformate in inaccettabili e obsolescenti disuguaglianze".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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