Corte di Cassazione, 'nessun nuovo indennizzo per Punta Perotti'

BARI, 29 LUG - La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi proposti dal Comune di Bari (avvocati Giorgio Costantino, Nino Matassa ed Eugenio Mangone) contro la richieste di risarcimento delle società Sudfondi e Mabar a seguito della demolizione del complesso di Punta Perotti, sul lungomare Sud, decretando che alle stesse "non spetta nessun ulteriore indennizzo oltre a quelli già decisi dalla Cedu". In questo modo i giudici hanno scritto la parola fine sulla controversia economica. La Suprema Corte si è pronunciata in seguito all'impugnazione della decisione della Corte di Appello di Bari, che aveva attribuito un risarcimento di circa dieci milioni di euro in favore della società Sudfondi e di circa due milioni in favore della Mabar. In Cassazione le stesse società avevano chiesto una somma aggiuntiva: circa 400 milioni per la Sudfondi e circa 30 per la Mabar. Entrambe le società in passato avevano già ottenuto dalla Cedu un risarcimento (40 milioni la Sudfondi e 9 milioni la Mabar) poiché la confisca irrogata dalla Cassazione penale era stata ritenuta illegittima e in contrasto con i principi dello Statuto europeo. Le due società avevano però chiesto un indennizzo ulteriore ritenendo che quello già disposto non coprisse "gli ulteriori danni causati dal Comune, dal ministero e dalla Regione per aver rilasciato un permesso poi ritenuto illegittimo". "Si tratta - commenta il sindaco, Vito Leccese - di un filone lunghissimo di contenziosi che mettevano a rischio la stabilità stessa del bilancio comunale". Leccese evidenzia inoltre che "grazie al Piano paesaggistico regionale e al progetto di rigenerazione urbana di Costa Sud, i baresi ora sono proiettati in una prospettiva di valorizzazione naturalistica e paesaggistica sia delle aree già occupate dalle lottizzazioni abusive sia di tutto il litorale sud".
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato