Italia e Estero

Corrieri dell'eroina ingoiavano ovuli dal Pakistan all'Italia

L'operazione della Guardia di Finanza di Bologna tocca anche Brescia: 31 i provvedimenti eseguiti dalle Fiamme Gialle
Corrieri dell'eroina nel mirino delle Fiamme Gialle
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C'è anche un pakistano di casa a Brescia tra i destinatari dei 31 provvedimenti di custodia cautelare emessi a seguito dell'inchiesta sviluppata dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Bologna e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), al centro della quale è stato un presunto gruppo criminale di pakistani che importava eroina attraverso corrieri che non esitavano a ingoiare ovuli di droga per eludere i controlli doganali. 

Le Fiamme Gialle di Bologna e dello Scico si sono avvalse anche del supporto dei comandi territoriali e della sezione aerea di manovra di Grottaglie (Taranto). Le misure sono state eseguite nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Ravenna, Pistoia, Arezzo, Brescia, Roma, Monza e Milano, 22 custodie cautelari in carcere e nove obblighi di dimora. Il gruppo è ritenuto essere «di stanza» nelle province di Reggio Emilia e Bologna. L'operazione «Lot Bis», costituisce l'epilogo di circa due anni di indagini coordinate dai pm Stefano Orsi e Michele Martorelli della Dda, che hanno richiesto le misure disposte dal gip Domenico Panza.

Tra i dati emersi, una stabile organizzazione del gruppo e consolidati collegamenti con fornitori esteri. L'organizzazione era promossa in particolare da tre fratelli, tutti residenti a Reggio Emilia, di 46, 43 e 35 anni, e faceva arrivare in Italia dal Pakistan, tramite Grecia e Spagna, ingenti quantitativi di eroina, attraverso corrieri che ingerivano gli ovuli, poi espulsi una volta arrivati a destinazione. Oltre ai destinatari dell'ordinanza, sono stati arrestati nel corso dell'operazione anche 17 corrieri presi in flagranza e droga è stata sequestrata negli scali di Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Firenze Peretola, Pisa Galileo-Galilei, Napoli Capodichino e Vienna, ingenti quantitativi di eroina destinati principalmente alla piazza emiliana.

Il cittadino pakistano coinvolto a Brescia dall'indagine risulta essere quello che in gergo viene chiamato un «cavallino», un rivenditore al dettaglio di modeste quantità di stupefacente. A suo carico è stato emesso un provvedimento di obbligo di dimora.

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