Italia e Estero

Coronavirus: la curva dei contagi è in costante aumento

Si rischia di ritrovarsi in una situazione simile a quella avvenuta all'inizio della pandemia
Tamponi - © www.giornaledibrescia.it
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I numeri dei contagi da nuovo coronavirus mostrano ormai un andamento chiaro, con un aumento costante e progressivo, in uno scenario che ricorda quello dei primi tempi della pandemia, quando a diffondere il virus Sars-Cov-2 erano degli insospettabili perché asintomatici o con sintomi molto lievi. Allora quella curva in costante salita aveva portato al lockdown, ma adesso la situazione è diversa e ci sono tutte le informazioni e i mezzi per intervenire in tempo, ha detto all'Ansa il fisico Enzo Marinari, dell'Università Sapienza di Roma. «I numeri oscillano giorno per giorno e quello delle nuove infezioni fluttua in modo casuale, ma al di là dei dati quotidiani bisogna cogliere la tendenza: bisogna cercare di guardare ai numeri facendo delle medie e i valori medi - ha rilevato - indicano che è purtroppo evidente che c'è un aumento, con una crescita significativa». Il problema, ha aggiunto, è capire le implicazioni che potrà avere quanto stiamo vedendo adesso. Bisogna inoltre considerare che i numeri che vediamo oggi risalgono ad almeno una settimana prima; di conseguenza solo fra alcuni giorni sarà possibile sapere che cosa è avvenuto nei giorni intorno a Ferragosto.

«Attualmente i giovani si stanno infettando di più; mediamente in meno di una settimana - ha osservato l'esperto - potrebbero contagiare la famiglia e se i loro genitori dovessero ammalarsi, sarebbero a rischio» considerando la fascia d'età. «Se non saremo attenti - ha detto ancora Marinari - rischiamo di trovarci fra 15 giorni con casi di malattia da nuovo coronavirus seri e con qualche decesso». Si rischia, cioè, di ritrovarsi in una situazione simile a quella avvenuta all'inizio della pandemia, quando i contagi avvenivano soprattutto da parte di individui asintomatici e «quando non si andava a fare i test a chi non aveva i sintomi». Adesso, però, «bisogna agire» e «le misure appena adottate dal governo sono appropriate», a partire dalla chiusura delle discoteche.

È giusto, inoltre, fare i test a chi rientra dall'estero, ma «bisogna considerare che anche in Italia ci sono molti luoghi affollati». Una misura del genere, secondo Marinari, «dovrebbe valere per chiunque abbia fatto una vacanza nella quale ha avuto molti contatti». Va infatti considerato che il virus agisce nelle situazioni in cui si sta insieme accalcati, contravvenendo alle regole del distanziamento sociale. Anche dal punto di vista economico, ha aggiunto, se un Paese turistico come l'Italia lasciasse aumentare i contagi ci rimetterebbe: «Bisogna saper guardare lontano e offrire un turismo sicuro». La scelta dovrebbe essere quella di un «equilibrio intelligente che riesca a bilanciare qualche sacrificio e la possibilità di proseguire le attività. La speranza, ha concluso, è che »non si raggiunga una concentrazione di casi simile a quella che ha portato la crisi in Lombardia». 

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