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Corona in comunità nel Bresciano: il giudice dice no

Per l'ex re dei paparazzi nessun affidamento in prova per «plurime violazioni delle prescrizioni»
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Per il giudice del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, Fabrizio Corona deve rimanere in carcere. Il magistrato, infatti,  ha bocciato la richiesta di affidamento in prova in una comunità del Bresciano che era stata avanzata nelle scorse settimane dalla difesa dell'ex re dei paparazzi.

Corona, che ha presentato istanza assieme al legale Antonella Calcaterra, ha deciso di fare lo sciopero della fame per protestare contro questa decisione. Il giudice, da quanto si è saputo, ha fatto riferimento nel suo provvedimento alla condanna di tre mesi fa per un reato fiscale e ai suoi comportamenti non consoni durante l'affidamento in prova che fece, prima di essere arrestato lo scorso ottobre.

Con l'arresto per la vicenda dei 2,6 milioni di euro sequestrati la Sorveglianza revocò l'affidamento. Tra i comportamenti non consoni le famose foto hot in barca con la fidanzata Silvia Provvedi del maggio 2016. Ci sono «concreti elementi» che testimoniano la «attuale pericolosità sociale» di Fabrizio Corona che, quando era in affidamento in prova sul territorio, ha commesso «plurime violazioni delle prescrizioni», come quando nel gennaio del 2016 è stato controllato in auto dalla polizia stradale di Trani mentre era «in compagnia di pregiudicati».

Lo scrive il giudice della Sorveglianza di Milano Beatrice Crosti nel provvedimento con cui ha respinto la «richiesta di applicazione dell'affidamento terapeutico in via provvisoria» in una comunità, presentata dalla difesa dell'ex agente fotografico.

Nell'atto il magistrato, oltre alla condanna che gli è stata inflitta tre mesi fa a un anno per un reato fiscale e ad altre violazioni durante l'affidamento come essere stato beccato in moto «senza patente» ed essere andato in vacanza a Capri con la fidanzata nel maggio 2016 senza autorizzazione (uscirono foto sui media), fa riferimento anche alle «assenze del Corona ai colloqui» al Sert «e ai controlli tossicologici».

 

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