Italia e Estero

Coordinamento dirigenti penitenziari a La Russa, persistere per svuotare le carceri

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TRIESTE, 09 DIC - "Sincera gratitudine per avere mostrato attenzione verso la gravissima situazione che si vive nelle nostre carceri, dove il numero delle persone detenute è da tempo ben superiore a quello della reale capacità di ricezione" e un invito a "persistere" nel "sensibilizzare il Senato e le forze politiche tutte" sono stati espressi dal responsabile nazionale Coordinamento dirigenti penitenziari di diritto pubblico, Enrico Sbriglia, in una lettera inviata al presidente del Senato Ignazio La Russa, alla premier Giorgia Meloni, al presidente della Camera Lorenzo Fontana e al ministro della Giustizia Carlo Nordio. In una lunga missiva il Coordinamento, che aderisce alla Fsi-Usae, Federazione Sindacati Indipendenti, parla di "condizioni indegne per una nazione civile" cui sono costretti i detenuti" e critica le "farlocche strategie muscolari per contrastare il rischio di possibili rivolte", ispirate a "modelli e procedure securitarie praticate in ordinamenti giuridici illiberali, iconiche di regimi di polizia e di oligarchie". I penitenziari, inoltre, "non poche volte risultano neanche in grado di accogliere un numero significativo di detenuti ammessi alla semilibertà", la "più sicura delle misure penali alternative", quella che potrebbe "deflazionare in sicurezza la popolazione ristretta". Al 30 novembre 2025 "su una popolazione complessiva di 63.868 persone, di cui i condannati erano 47.813, soltanto 1.459 risultavano, tra uomini e donne, persone semilibere, neanche il 3,3% di quelle con pena definitiva". Peraltro, "NON corrisponde a verità che il numero dei posti disponibili detentivi sia aumentato negli ultimi anni, anzi, è il perfetto contrario": Al 30-11-2022 i detenuti "erano 56.524; ad oggi sono aumentati di ben 7.344 unità ed il numero tende costantemente a crescere. I posti disponibili al 30-11-2022 erano 51.333; al 30-11-2025, invece, sono 51.275". La Presidente Meloni sarebbe "stata ingannata da una narrazione delle cose infedele".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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