Italia e Estero

Consulente Onu, 33 milioni sfollati per il clima nel 2023

epa11282593 A picture taken with a drone shows a person walking on a dry cliff in an abandoned quarry near Timna Park outside the city of Eilat, Israel, 16 April 2024. After the closure of the Timna copper mine in the 1980s, one of the quarries was flooded with groundwater, creating a huge lake. EPA/ABIR SULTAN
epa11282593 A picture taken with a drone shows a person walking on a dry cliff in an abandoned quarry near Timna Park outside the city of Eilat, Israel, 16 April 2024. After the closure of the Timna copper mine in the 1980s, one of the quarries was flooded with groundwater, creating a huge lake. EPA/ABIR SULTAN
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VENEZIA, 05 GIU - "Non c'è una definizione giuridica tale da consentire loro di richiedere una protezione, ma soltanto nel 2023 ci sono stati nel mondo 33 milioni di sfollati interni, persone cioè che, per motivi legati alla mancanza di cibo e di acqua, hanno affrontato migrazioni interne od esterne al loro paese". Ne ha parlato oggi, a Venezia, la consulente delle Nazioni Unite Angelica De Vito, intervenendo al Venice Climate Week, e affrontando il tema delle migrazioni climatiche. I migranti climatici sono definiti come coloro che "sono costretti in maniera permanente a lasciare il proprio territorio per mancanza di diritti fondamentali", quali, appunto, le possibilità di alimentazione e idratazione. Si tratta di un fenomeno al quale non è estraneo anche il nostro paese. "Nel 2023 - ha rilevato De Vito - 150 mila italiani hanno abbandonato il loro territorio per motivi climatici, in prevalenza dall'Emilia Romagna, a causa delle alluvioni, e dalla Sicilia, penalizzata dalla siccità". Nella ricerca di una classificazione giuridica, ha aggiunto l'esperta, ci si è chiesti se le cause climatiche, nelle migrazioni, possano essere appaiate alle persecuzioni e dunque determinare il diritto di accoglienza. "A mio giudizio - ha concluso De Vito - bisognerebbe attribuire al tema un'attenzione così forte da creare una categoria a sé".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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