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Comi-Bonometti, sotto indagine i loro rapporti

Per i pm l’imprenditore bresciano le avrebbe dato illecitamente 31mila euro per la campagna elettorale L’inchiesta
Lara Comi - © www.giornaledibrescia.it
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Una parte delle consulenze risulta interamente copiata da un sito internet, altri passaggi da una tesi di laurea, oppure dal sito Grosseto notizie o ancora da un elaborato delle Camere di Commercio di Ancona e Fermo e dell’università Politecnica delle Marche. Del pensiero di Lara Comi risulta esserci davvero molto poco rispetto a quanto contenuto nelle relazioni che l’ex europarlamentare ha fornito all’Omr di Marco Bonometti ricevendo in cambio un compenso di 31mila euro. «Soldi per finanziare illecitamente la campagna elettorale della Comi» scrive il gip di Milano nell’ordinanza di custodia cautelare del nuovo troncone dell’inchiesta Mensa dei poveri - firmata anche dal pm bresciano Silvia Bonardi - che a maggio aveva già portato all’arresto di 43 persone tra politici, dipendenti pubblici ed imprenditori.

Da ieri mattina Lara Comi, esponente di Forza Italia, è ai domiciliari nella sua casa di Saronno con le accuse di truffa all’Unione Europea, finanziamento illecito in consulenze fittizie alla propria società di marketing e corruzione. Ai domiciliari anche il re dei supermercati Paolo Orrigoni, candidato leghista a Varese e amministratore delegato del gruppo Tigros, che deve rispondere di corruzione nel settore dell’urbanistica mentre le porte del carcere si sono aperte per l’ex direttore generale dell’Afol-Agenzia per il lavoro della Lombardia Giuseppe Zingale, anche lui accusato di corruzione.

Bonometti indagato. Dodici complessivamente gli indagati tra cui, oltre al bresciano di Ospitaletto Beniamino Crescenti, faccendiere già in carcere da maggio, spicca il nome di Marco Bonometti, a capo di Omr e numero uno di Confindustria Lombardia, accusato di finanziamento illecito ai partiti. Chi indaga ritiene che il pagamento dei 31mila euro a Lara Comi per due analisi di mercato sull’automotive - come detto ampiamente copiate da lavori già presenti in rete - siano state solo la copertura del pagamento della campagna elettorale della forzista. Duro il gip: «La mancanza di un reale valore scientifico del contenuto delle consulenze, l’eccentricità della scelta imprenditoriale di un gruppo leader a livello europeo di commissionare consulenze, di così basso profilo scientifico, pur essendo, chiaramente, in grado di rivolgersi ai migliori studi professionali del settore, sono tutti argomenti logici che cospirano nel senso di ritenere tali consulenze niente altro che forme attraverso le quali giustificare forme di finanziamento elettorale illecito ad un candidato alle elezioni europee».

Legami bresciani. Un capitolo dell’ordinanza riguarda proprio i rapporti tra Lara Comi e Marco Bonometti. «C’è stato un appoggio consistente che Bonometti ha dato alla campagna elettorale della Comi, soprattutto nella zona di Brescia, in particolare presenziando ad eventi e cene elettorali in suo favore» ha detto in un interrogatorio dello scorso 17 maggio Andrea Aliverti, anche lui indagato. Anche Gioacchino Caianiello, ex punto di riferimento di Forza Italia a Varese e ritenuto il grande manovratore del presunto sistema di illeciti emerso dalla maxi inchiesta milanese, ha parlato ai pm lo scorso 2 settembre. «In un incontro al quale partecipai con Gelmini, Comi e Bonometti registrai l’esistenza di un rapporto molto stretto tra la Comi e Bonometti. Io le chiesi se lei aveva spiegato a Bonometti le mie condizioni economiche precarie per l’interdizione dai pubblici uffici derivante dalla mia condanna per concussione. La Comi - ha detto Caianiello - mi disse che Bonometti non era una persona che si formalizzava per queste cose e, anzi aggiunse che avrebbe potuto affidarmi una consulenza per far fronte ai miei problemi finanziari».

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