Ciclista morto, madre 'la squadra non si senta in colpa'

PRE-SAINT-DIDIER, 18 LUG - "Siamo qui perché stiamo aspettando dei documenti importanti per portarcelo a casa. Essendo qui volevamo essere vicini alla squadra perché abbiamo ricevuto tanto affetto da tutti quanti". Così - ai microfoni della Tgr della Valle d'Aosta - la madre di Samuele Privitera, il ciclista imperiese di 19 anni, morto mercoledì scorso all'ospedale di Aosta dopo una caduta a Pontey, mentre partecipava alla prima tappa del 61° Giro Ciclistico della Valle d'Aosta - Mont Blanc, gara under 23. La madre, accanto al padre del giovane, ha partecipato con gli altri corridori della Hagens Berman Jaycoal, il team con cui correva il figlio, al minuto di silenzio che ha preceduto la partenza della tappa di oggi, la Pré-Saint-Didier - Colle del Gran San Bernardo. "Ringraziamo tutti per l'affetto ricevuto, non era scontato. Nostro figlio - ha aggiunto - lascerà sicuramente un vuoto immenso, perché era una persona eccezionale. Siamo qui perché volevamo che la squadra non si sentisse in colpa minimamente, perché non è giusto, perché - purtroppo o per fortuna, non si sa - la vita va avanti. E volevamo dire soltanto questo. Che siamo qui perché volevamo dare un ultimo saluto a questo mondo, e basta".
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