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Chiara Tramontano, 'mia sorella Giulia è parte di me'

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ROMA, 13 LUG - Il libro è nato "perché parlando con mio fratello mi rendevo conto che spesso avevo un ricordo diverso dei giorni passati a Senago, di quando Giulia è stata ritrovata. Lui mi ha messo di fronte alla realtà. Credo fosse un meccanismo di auto protezione che fa la memoria". Lo spiega all'ANSA Chiara Tramontano, parlando di 'Non smetterò mai di cercarti', testimonianza che ha dedicato alla sorella maggiore Giulia Tramontano, uccisa nel 2023 a 29 anni, quando era al settimo mese di gravidanza, dal compagno Alessandro Impagnatiello. La giovane ricercatrice, che ora vive e lavora in Olanda ,è stata protagonista di un incontro a Il libro Possibile, il festival sostenuto da Pirelli, che ha concluso la sua prima tappa a Polignano a mare (9-12 luglio), la seconda sarà a Vieste (dal 22 al 26 luglio). La necessità di scrivere il libro è venuta anche dalla paura "che il mondo potesse dimenticare chi era Giulia. Non volevo che le persone la dimenticassero prima di sapere chi fosse come donna, prima che diventasse una delle tantissime vittime di femminicidio". Così "ho intrapreso questo viaggio". La verità "mi ha colpita più di una volta ma ho anche fatto i conti con la realtà, ho analizzato i miei sensi di colpa. Mi sono rivista nella Chiara che cercava Giulia a Senago e ho saputo anche individuare una nuova Chiara, quella dopo Giulia. Sono sempre stata molto testarda" ma ora "sto imparando anche ad essere quello che era mia sorella, una persona che sa ascoltare, che sa riflettere prima dì fare una scelta, che si chiede come stia l'altra persona, ma che sa anche prendere decisioni di pancia come ridare fiducia all'amore e intraprendere una nuova storia". Oggi "cerco sempre di fare in modo che la personalità di Giulia si rifletta su di me, perché vuol dire che lei non è mai andata via". Per Impagnatiello due settimane fa, è stata confermata anche in appello la pena dell'ergastolo ma con l'esclusione dell'aggravante della premeditazione. "Sono abbastanza arrabbiata, per quest'ultima decisione riguardo la premeditazione - commenta Chiara Tramontano -. Diventare vittima collaterale di femminicidio vuol dire avere bisogno, nel percorso giudiziario, di tantissima forza. Inizi, di fatto, una battaglia. Ci si aspetta da te che diventi un simbolo, che si parli di quello che è successo, per poterlo prevenire. Anche in questo penso mia sorella sia parte di me". L'iter in tribunale "è un'altalena di emozioni in cui si alterna soltanto un senso di impotenza ad un senso di giustizia".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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