Italia e Estero

Cei, aborto passato per diritto, non si avverte la gravità

Il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, durante l’apertura del Consiglio Episcopale Permanente presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana, Roma, 23 settembre 2024. ANSA/ANGELO CARCONI
Il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, durante l’apertura del Consiglio Episcopale Permanente presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana, Roma, 23 settembre 2024. ANSA/ANGELO CARCONI
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ROMA, 29 NOV - La Cei, nel Messaggio per la Giornata della Vita (che si celebrerà il 2 febbraio), parla della 194. "Dobbiamo constatare come alcune interpretazioni della legge 194/78, che si poneva l'obiettivo di eliminare la pratica clandestina dell'aborto, nel tempo abbiano generato nella coscienza di molti la scarsa o nulla percezione della sua gravità, tanto da farlo passare per un 'diritto', mentre la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile", si sottolinea nel messaggio rilanciando il documento vaticano Dignitas infinita. I vescovi italiani stigmatizzano anche che nelle famiglie ci siano pochi figli e troppi animali domestici. Monito ripetuto più volte anche da Papa Francesco. La Cei critica anche la gestazione per altri e afferma che le donne non possono essere sfruttate come "contenitori di figli altrui". Nel Messaggio si parla infatti di "un fenomeno sempre più frequente, quello del desiderio di diventare genitori a qualsiasi costo, che interessa coppie o single, cui le tecniche di riproduzione assistita offrono la possibilità di superare qualsiasi limitazione biologica, per ottenere comunque un figlio, al di là di ogni valutazione morale". Per la Cei "le persone che avvertono la mancanza di figli vanno accompagnate a una generatività e a una genitorialità non limitate alla procreazione, ma capaci di esprimersi nel prendersi cura degli altri e nell'accogliere soprattutto i piccoli che vengono rifiutati, sono orfani o migranti non accompagnati". Quindi secondo i vescovi "questo ambito richiede una più puntuale regolamentazione giuridica, sia per semplificare le procedure di affido e adozione che per impedire forme di mercificazione della vita e di sfruttamento delle donne come 'contenitori' di figli altrui".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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