Italia e Estero

Cassazione, minori non si costringono a costruire legami

Veduta esterna del palazzo della Corte Suprema di Cassazione. Oggi le Sezioni Unite penali della Cassazione esaminano il tema relativo al saluto romano effettuato nel corso di una manifestazione pubblica, Roma, 18 Gennaio 2024. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Veduta esterna del palazzo della Corte Suprema di Cassazione. Oggi le Sezioni Unite penali della Cassazione esaminano il tema relativo al saluto romano effettuato nel corso di una manifestazione pubblica, Roma, 18 Gennaio 2024. ANSA/GIUSEPPE LAMI
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CATANZARO, 13 MAG - Il diritto dei nonni a mantenere rapporti significativi con i nipoti non può mai essere applicato meccanicamente. È quanto ha stabilito la Cassazione che ha annullato il decreto emesso dalla Corte d'Appello e dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria in relazione a un provvedimento che imponeva a un bambino di riprendere i rapporti con i nonni paterni, anche con modalità forzate e l'intervento della forza pubblica, in caso di opposizione materna. A comunicare la decisione della Suprema Corte è lo studio legale Miraglia che ha assistito la madre del minore e la sua famiglia, "obbligate - si legge in una nota stampa dell'avvocato - a difendersi da un sistema giudiziario che ha completamente ignorato il reale interesse del minore. La Cassazione ha smontato questo impianto, giudicandolo in contrasto con i principi costituzionali e convenzionali che tutelano l'infanzia. I giudici di legittimità hanno chiarito che non è sufficiente accertare l'assenza di un danno per il minore: serve invece dimostrare, in termini positivi e concreti, che quella relazione porti un beneficio autentico per lo sviluppo affettivo, relazionale ed educativo del bambino". "Finalmente - è scritto nel comunicato - si è messo al centro il bambino, la sua voce, il suo vissuto. I bambini non si costringono a costruire legami. Si ascoltano, si proteggono, si rispettano. Questo è ciò che oggi la Corte ha sancito. La sentenza è destinata a fare scuola. Con questa pronuncia, la Cassazione ha richiamato tutta la giustizia minorile a un esercizio di responsabilità: non è compito del giudice riparare a ogni rottura familiare imponendo rapporti artificiali. È suo dovere, invece, evitare che il minore diventi un campo di battaglia tra adulti, o uno strumento di compensazione emotiva. Il diritto degli adulti finisce dove comincia il benessere del bambino. Oggi, la giustizia ha fatto proprio questo".

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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