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Carcere, De Maria totalmente equilibrato con relazioni affettive

Le operazioni della polizia in piazza Duomo dopo il suicidio di quello che gli investigatori ritengono essere il 35enne Emanuele De Maria, Milano 11 Maggio 2025 ANSA/MATTEO CORNER
Le operazioni della polizia in piazza Duomo dopo il suicidio di quello che gli investigatori ritengono essere il 35enne Emanuele De Maria, Milano 11 Maggio 2025 ANSA/MATTEO CORNER
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MILANO, 14 MAG - Veniva descritto come una persona totalmente equilibrata, senza scompensi psichici, e che in ambito lavorativo, nella sua attività all'hotel Berna, si era costruito anche delle relazioni affettive, Emanuele De Maria, il detenuto ammesso al lavoro esterno e che in 48 ore, lo scorso fine settimana, ha ucciso una collega barista, ha tentato di uccidere un altro dipendente e si è tolto la vita gettandosi dal Duomo di Milano. Lo si apprende in merito a due relazioni del carcere milanese di Bollate. Ai magistrati milanesi, intanto, è arrivata la richiesta del ministro Nordio, che ha avviato attività ispettiva, di atti e di una relazione sul caso. Nelle carte ci sono due relazioni dell'équipe di psicologi ed educatori, firmate dalla direzione del carcere milanese di Bollate, una del 2023 e l'altra del 2024, e il provvedimento di poche righe del giudice Giulia Turri che, sulla base di quelle relazioni, ha dato l'ok. Nella prima relazione il carcere ha segnalato che De Maria, condannato a 14 anni e 3 mesi in abbreviato per l'omicidio, senza aggravanti, di una donna, era una persona collaborativa, che aveva dato segni di resipiscenza, aveva iniziato a studiare e aveva dato anche due esami universitari. Anche nella seconda relazione, incentrata sul suo percorso di lavoro nell'albergo e seguita alla richiesta di un permesso premio ulteriore, sono stati messi nero su bianco tutti aspetti positivi, nessuno negativo. E' stato indicato che non aveva avuto problemi coi colleghi e che anzi aveva instaurato relazioni affettive. Sempre nelle relazioni c'erano la storia della sua famiglia in Olanda, il suo rapporto col fratello, il periodo di latitanza prima dell'arresto in Germania e il fatto che avesse riconosciuto i suoi errori. Nella seconda relazione erano segnalati anche gli elogi del datore di lavoro per la sua attività di receptionist.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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