Italia e Estero

Brexit, cosa cambia se si vuole vivere a Londra

La stampa inglese: per restare in Gran Bretagna sarà necessario un visto di lavoro
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Lo spettro di una stretta alla libera circolazione nel Regno Unito fin dalle prossime settimane si allunga sui cittadini Ue che pensano di trasferirsi al di là della Manica. È quanto afferma con tono piuttosto minaccioso il Daily Telegraph, quotidiano filo conservatore e notoriamente su posizioni euroscettiche, secondo cui la premier Theresa May ha l'intenzione di affermare il prossimo mese che gli immigrati in arrivo dal continente dopo l'avvio dell'articolo 50, previsto entro la fine di marzo, non avranno più automaticamente il diritto di rimanere in modo permanente nel Paese.

Non solo, potranno anche essere soggetti a un visto di lavoro e vedersi limitare l'accesso ai benefit. Il Telegraph arriva perfino a ipotizzare una «deadline», intorno al 15 marzo, che faccia da spartiacque per gli immigrati comunitari ai quali verranno garantiti o meno i diritti di residenza. Ma quella che sembra la speranza dell'ala più euroscettica dei Tories è stata ridimensionata da Downing Street, secondo cui non è stata indicata una scadenza perchè il governo di Londra non intende prendere decisioni unilaterali prima che sia raggiunto un accordo con Bruxelles sul futuro dei cittadini Ue residenti nel Regno e gli «expat» britannici che vivono nel continente.

Resta comunque il fatto che, come ha ribadito il ministro degli Interni, Amber Rudd, il principio di libera circolazione come lo conosciamo «è destinato a cambiare» dopo il divorzio da Bruxelles.
 

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