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Bosnia, Dodik respinge nuovamente le accuse in tribunale

epa11284125 President of the Republika Srpska entity, Milorad Dodik (C) arrives for his court hearing at the State Court of Bosnia and Herzegovina, in Sarajevo, Bosnia and Herzegovina, 17 April 2024. Dodik is accused of disobeying the decisions of country's international envoy High Representative Christian Schmidt, who imposed a new set of changes to the country's election law. EPA/ALMIR RAZIC BOSNIA AND HERZEGOVINA OUT
epa11284125 President of the Republika Srpska entity, Milorad Dodik (C) arrives for his court hearing at the State Court of Bosnia and Herzegovina, in Sarajevo, Bosnia and Herzegovina, 17 April 2024. Dodik is accused of disobeying the decisions of country's international envoy High Representative Christian Schmidt, who imposed a new set of changes to the country's election law. EPA/ALMIR RAZIC BOSNIA AND HERZEGOVINA OUT
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SARAJEVO, 17 APR - Al tribunale di Sarajevo si è tenuta oggi una nuova udienza nel processo che vede imputato il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik con l'accusa di mancato rispetto delle delibere dell'Alto rappresentante internazionale in Bosnia-Erzegovina Christian Schmidt. Con lui viene processato con la medesima accusa anche Milos Lukic, direttore della Gazzetta ufficiale della Republika Srpska, l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina di cui Dodik à presidente. Tale organo di stampa si rifiuta anch'esso di pubblicare decreti e decisioni di Schmidt, la cui legittimità non è riconosciuta dall'entità serba e dalla sua dirigenza. Tale reato di disobbedienza viene punito in base alla legge bosniaca con la reclusione da sei mesi a cinque anni, e l'interdizione dai pubblici uffici. Nella seduta odierna sono stati ascoltati due testimoni, entrambi in passato direttori della Gazzetta Ufficiale della Rpiblika Srpska. Come già fatto nelle precedenti udienze, Dodik - che al suo arrivo al tribunale è stato nuovamente accolto da centinaia di sostenitori che hanno a lungo scandito il suo nome - ha respinto ogni accusa, ribadendo che non ci sono prove a suo carico e che si tratta di un evidente processo politico per discreditarlo. "Non c'è nessuna prova e tutto si fa con l'improvvisazione ad opera dei giudici", ha detto. Una nuova udienza è stata fissata per il 29 aprile. In una successiva conferenza stampa tenuta a Sarajevo est - città a pochi km da Sarajevo, che fa parte della Republika Srpska - Dodik ha ripetuto la sua insofferenza per la presenza straniera in Bosnia-Erzegovina, che fa di tale Paese a suo dire una sostanziale colonia in balia delle potenze occidentali. "Arrivano gli stranieri e impongono un processo, dicono la loro su procura, tribunali, giudici, e basta. Le cose funzionano così", ha affermato il leader serbo-bosniaco, secondo il quale tale condizione di colonia è alla base della crisi continua e sistematica in cui si trova la Bosnia-Erzegovina. Nell'incontro con i giornalisti, Dodik ha poi ribadito la sua posizione su Srebrenica, affermando che nel luglio 1995 in quella cittadina dell'est della Bosnia-Erzegovina non vi fu nessun genocidio, e che la risoluzione su Srebrenica che verrà votata all'Onu nei prossimi giorni non farà altro che ostacolare ulteriormente gli sforzi di riconciliazione in Bosnia-Erzegovina e nella regione.

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