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Beccaria, un agente: 'Impreparato, non ce la facevo più'

Disordini e incendi appiccati al interno del carcere minorile Beccaria dopo la fuga di alcuni detenuti avvenuta nel pomeriggio, Polizia Di stato/vigli del fuoco e personale medico sul posto, Milano, 25 Dicembre, Andrea Fasani, Ansa
Disordini e incendi appiccati al interno del carcere minorile Beccaria dopo la fuga di alcuni detenuti avvenuta nel pomeriggio, Polizia Di stato/vigli del fuoco e personale medico sul posto, Milano, 25 Dicembre, Andrea Fasani, Ansa
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MILANO, 23 APR - "Io non ce la facevo più, avevo già chiesto di essere trasferito e venivo anche seguito da uno psicologo". È quanto ha detto, in sostanza, uno degli agenti arrestati nell'inchiesta milanese su torture e violenze al carcere minorile Beccaria, interrogato dal gip di Milano Stefania Donadeo. Sulla falsariga di quanto hanno spiegato anche gli altri quattro agenti che hanno deciso di parlare, il poliziotto ha raccontato che non gli era stata data "alcuna formazione specializzata" per trovarsi davanti quei ragazzi "cosiddetti 'difficili'". E ha ammesso, così come altri, che lui "per rabbia e reazione" avrebbe commesso quelle violenze. Anche lui ha parlato di una "situazione che si era creata", non predeterminata, in cui "noi giovani senza esperienza dovevamo affrontare e gestire tutto da soli e diventavamo rabbiosi". Lui non ce la faceva più, stando a quanto ha messo a verbale, e aveva chiesto "già da tempo di essere trasferito".

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