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Battisti trasferito: stop all'isolamento, ma alta sicurezza

Detenuto nel carcere sardo di Oristano l'ex terrorista è in sciopero della fame da cinque giorni per le dure condizioni in cui è ristretto
Cesare Battisti
Cesare Battisti
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Finirà a breve, anche se non subito, il regime di isolamento per Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo condannato all'ergastolo per quattro omicidi e altri gravi reati commessi a metà degli anni Settanta.

In sciopero della fame da cinque giorni per protestare contro le dure condizioni in cui è ristretto, Battisti - originario di Cisterna di Latina, nel basso Lazio - è detenuto nel carcere sardo di Oristano da quando è stato arrestato il 14 gennaio 2019 dopo 37 anni di latitanza, e potrà godere di un minimo di socializzazione solo quando verrà trasferito nel penitenziario calabrese di Rossano (Cosenza), non appena ci sarà un posto libero nella cella di isolamento sanitario per il Covid. Qui trascorrerà la quarantena, pur provenendo da una condizione di isolamento, in base alle norme per contenere la diffusione del coronavirus tra le sbarre.

È stata dunque respinta, a quanto si è appreso informalmente, la richiesta della difesa di Battisti - estradato dal Brasile dopo quasi 40 anni da fuggiasco trascorsi anche in Francia, all'ombra della dottrina Mitterrand - che chiedeva l'applicazione di un regime detentivo più mitigato rispetto al circuito di Alta sicurezza 2 dove l'ex Pac rimarrà una volta che avrà messo piede nell'istituto di Rossano.

I legali di Battisti volevano anche che la detenzione, dopo la parentesi di Oristano, potesse svolgersi a Roma o a Milano in modo che i familiari e gli stessi avvocati avessero modo di incontrarlo più agevolmente. Sia il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, che la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, hanno però espresso parere negativo ai due desiderata di Battisti inoltrati dai suoi difensori - Davide Steccanella e Gianfranco Sollai - lo scorso 18 maggio allo scadere dei sei mesi di isolamento inflittagli, insieme al carcere a vita, dalla Corte di Appello di Milano, come previsto dal cumulo di pene per fatti così gravi.

«Ho scritto più istanze formali al Dap e al Ministero e apprendo che i media godono del privilegio di una risposta che a me, in tutti questi mesi, non è mai stata data, rendendo quindi impossibile ogni impugnazione o altro. Dispiace, inoltre, che per apprendere ciò - ha dichiarato da Milano l'avvocato Steccanella - sia stato necessario che il mio assistito compisse un atto come lo sciopero della fame». Il carcere di Rossano, ha aggiunto, è «di fatto irraggiungibile da familiari e difensori come ben noto al Ministero». 

Anche l'avvocato Sollai, dalla Sardegna, risponde di non sapere nulla del trasferimento a Rossano. «Se fosse vero, allora vuol dire che la vendetta dello Stato italiano contro Battisti continua». L'ex latitante, spiega ancora il legale, «andrebbe a finire in alta sorveglianza con un gruppo di islamici: la finalità risocializzante e rieducativa della detenzione viene messa nel cassetto, i principi costituzionali non si rispettano. Quanto al mantenimento della classificazione in Alta sorveglianza 2, c'è da chiedersi quali sono gli elementi che fanno ritenere al Dap che Battisti, dopo oltre 40 anni dai fatti, sia tuttora pericoloso».

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