Italia e Estero

Austria: 25 anni fa la valanga killer di Galtür con 31 morti

APA93-19990225-GALTUER, TYROL, AUSTRIA: Aerial view taken on Thursday, 25 February 1999, by the Austrian Army of the ski resort of Galtuer, where an airbridge to evacuate tourists and residents was resumed on Thursday. The resort was hit by a massive snowslide on Tuesday killing at least 27 people, while four people remain buried under the snow, rescue officials said.       EPA PHOTO         APA/HBF/MINICH/HDS/kr
APA93-19990225-GALTUER, TYROL, AUSTRIA: Aerial view taken on Thursday, 25 February 1999, by the Austrian Army of the ski resort of Galtuer, where an airbridge to evacuate tourists and residents was resumed on Thursday. The resort was hit by a massive snowslide on Tuesday killing at least 27 people, while four people remain buried under the snow, rescue officials said. EPA PHOTO APA/HBF/MINICH/HDS/kr
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BOLZANO, 23 FEB - Ricorre oggi il venticinquesimo anniversario della valanga killer di Galtür, in Austria. Il 23 febbraio 1999 una enorme slavina colpì il centro turistico tirolese, uccidendo 31 persone. Il giorno dopo, il 24 febbraio, un'altra slavina costò la vita ad altre sette persone nella vicina Valzur. A Galtuer sette case furono spazzate via dalle masse nevose, 50 persone rimasero intrappolate nelle loro abitazioni. La prima notte gli abitanti e i turisti rimasero abbandonati a loro stessi, perché a causa della forte nevicata il paesino non era raggiungibile ne' via terra ne' in elicottero. L'attuale governatore tirolese Anton Mattle all'epoca era sindaco del centro sciistico, confessa alla Tiroler Tageszeitung che "le drammatiche immagini sono indelebili" nella sua memoria. Il paesino comunque è riuscito a superare il trauma, aggiunge. In questi 25 anni sono stati investiti 25 milioni di euro in strutture antivalanga. E' stato realizzato un grande vallo. "E' stata sia professionalmente che umanamente una vicenda terribile", ricorda Toni Visentini, che raggiunse Galtür poche ore dopo la valanga in veste di inviato dell'ANSA. "Si percepiva nell'aria il dolore e la paura. Quasi l'incredulità per quanto era avvenuto e che sembrava impossibile potesse accadere", racconta. "Arrivare sul posto - ricorda ancora - fu un'impresa perché ovviamente avevano assoluta priorità i mezzi di soccorso e le strade erano un disastro. Ci fu un grande spiegamento di elicotteri che arrivarono anche in gran numero dalla Germania, dalle basi militari americane di stanza in quel Paese". "E' un esperienza che non si può dimenticare", conclude Visentini.

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