Italia e Estero

Asl negò fine vita, anziano ligure è morto in Svizzera

epa07912388 An elderly person draws in the Hospice Department of Markhot Ferenc Hospital in Eger, northern Hungary, 18 September 2019 (issued 11 October 2019). World Hospice and Palliative Care Day is observed annually on the second Saturday of October, which falls on 12 October this year with the motto 'My care is my right.' The first such event was organised in 2005 by a committee of the Worldwide Palliative Care Alliance, a wordwide network of hospice and palliative care organisations to draw attention to the needs of people who have been impacted by a life-limiting illness. Hospices operate to alleviate the pain and lessen the mental suffering of terminally ill patients while focusing on humane treatment and the protection of personal dignity. In Hungary, the foundraising events dedicated to the development of the hospice professsion on this special day are co-ordinated by the Hungarian Hospice-Palliative Association, which has been providing care for incurable cancer patients in Budapest since 1991. EPA/PETER KOMKA HUNGARY OUT - ATTENTION: This Image is part of a PHOTO SET
epa07912388 An elderly person draws in the Hospice Department of Markhot Ferenc Hospital in Eger, northern Hungary, 18 September 2019 (issued 11 October 2019). World Hospice and Palliative Care Day is observed annually on the second Saturday of October, which falls on 12 October this year with the motto 'My care is my right.' The first such event was organised in 2005 by a committee of the Worldwide Palliative Care Alliance, a wordwide network of hospice and palliative care organisations to draw attention to the needs of people who have been impacted by a life-limiting illness. Hospices operate to alleviate the pain and lessen the mental suffering of terminally ill patients while focusing on humane treatment and the protection of personal dignity. In Hungary, the foundraising events dedicated to the development of the hospice professsion on this special day are co-ordinated by the Hungarian Hospice-Palliative Association, which has been providing care for incurable cancer patients in Budapest since 1991. EPA/PETER KOMKA HUNGARY OUT - ATTENTION: This Image is part of a PHOTO SET
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GENOVA, 24 SET - Il 79 enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa che aveva chiesto il fine vita all'Asl che lo negò, è morto lunedì 22 settembre in Svizzera dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. È stato accompagnato da Roberta Pelletta e Cinzia Fornero, iscritte a Soccorso Civile, l'associazione che fornisce assistenza alle persone malate che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all'estero, e di cui è presidente e rappresentante legale Marco Cappato. L'anziano era affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva irreversibile, che lo ha portato a una totale perdita della capacità di parlare e a gravi disturbi motori. Comunicava solo tramite gesti e, a fatica, con un tablet. Era totalmente dipendente da assistenza quotidiana continua e oltre alla sua malattia, a causa di tromboembolia polmonare era in terapia e con insufficienza respiratoria per la quale dipendeva dall'ossigeno terapia durante il sonno. "Nonostante tutto questo - si legge nella nota di Soccorso civile -, secondo il Servizio sanitario della Regione Liguria, l'anziano non dipendeva da alcun trattamento di sostegno vitale, uno dei requisiti poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza "Cappato-Antoniani" 242/2019 della Corte costituzionale. L'anziano aveva chiesto la verifica delle condizioni a febbraio 2025. Dopo le visite della commissione medica, a maggio, era arrivato il diniego. A quel punto, assistito dal gruppo legale dell'Associazione Luca Coscioni, coordinato dall'avvocata Filomena Gallo, l'anziano aveva presentato un'opposizione alla decisione della Asl chiedendo la rivalutazione del requisito del trattamento di sostegno vitale alla luce della giurisprudenza costituzionale che chiarisce cosa deve intendersi per sostegno vitale. Le nuove visite erano state effettuate a luglio, ma all'uomo non era mai arrivata una risposta e, non volendo aspettare altro tempo in condizioni di sofferenza per lui intollerabile, aveva deciso di andare in Svizzera per accedere al suicidio assistito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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