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Arresto Mantovani, nell'inchiesta indagato e appalto bresciani

Emergono anche risvolti bresciani nell'inchiesta milanese che ha portato in carcere il vice presidente della Lombardia Mantovani
MANTOVANI, L'INDAGINE NELLE CARTE
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C'è anche un nome bresciano tra quelli dei nove indagati nell'inchiesta della Procura milanese che ha portato all'arresto del vice presidente di Regione Lombardia Mario Mantovani. Si tratta di Giovanni Tomasini, nato a Pompiano, e coinvolto nell'indagine come presidente della Croce azzurra Ticinia Onlus. Per la Procura di Milano avrebbe impedito o comunque turbato la procedura finalizzata ad un accordo quadro tra diverse Asl lombarde per l'affidamento del servizio di trasporto di pazienti in dialisi. Tomasini avrebbe sollecitato gli assessori Mantovani e Garavaglia perché intervenissero sull'incanto in corso di svolgimento.

Ma il ruolo di Tomasini emerge piu volte nell'inchiesta milanese ricca di intercettazioni telefoniche e ambientali che per gli inquirenti inchioderebbero soprattutto i tre arrestati, Mario mantovani, Giacomo Di Capua e Angelo Bianchi.

Brescia entra anche in un altro passaggio presente nelle carte dell'inchiesta. Nelle 210 pagine, si legge poi che Mantovani, a fronte di alcuni benefici che avrebbe ottenuto, si sarebbe mosso per affidare all'architetto Gianluca Parotti, anche lui indagato, una serie di appalti e tra questi anche quelli per progetti di messa in sicurezza e per indicatori di rischio sismico di edifici scolastici di Palazzolo sull'Oglio.

 

 

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